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      26    80 HO TANTA STORIA -  GLI OTTANT’ANNI DEL MUSEO






































             FIG. 10. Anonimo, Panorama di Prati dalla cupola di S. Pietro, 1900 ca. (bromuro d’argento; da CUCCIA 2006, p. 95, fig. 8.10, con datazione erronea)

            trasformata in magazzino interrato. La presenza di    all’interno del Giardino Salerni (cfr. fig. 5) e ancora
            molti mattoni, fra cui scarti di fornace (fig. 11, c), fa  nella foto del 1865 (cfr. fig. 7), dove l’area è già tra-
            dedurre che l’impianto fosse destinato alla produzione  sformata in impianto produttivo e il comignolo della
            di laterizi, mentre il timbro GP su di essi riporterebbe  fornace  spunta  da  dietro  gli  alberi  (indicato  dalla
            a Geremia Pierdominici, padrone di varie fornaci in   freccia), mentre la lunga tettoia dove sorgerà il Museo
            zona e costruttore nonché proprietario dei due palazzi  storico  potrebbe  essere  l’essiccatoio  per  i  mattoni
            all’inizio di via Ottaviano (cfr. fig. 8, c). A fianco e al  crudi; nella foto del 1900 circa (cfr. fig. 10) la situazione
            disotto della fornace lo scavo ha poi individuato una  è  mutata  e  i  capannoni  si  sono  sovrapposti  alla
            successione di livelli stradali databili dal XVI al XIX  fornace dismessa, ormai trasformata in cantina. E’
            secolo (fig. 11, d), con annesse sistemazioni ortive. Il  necessario attendere la legge 320/1904 per Roma
            riscontro con quanto visto nelle immagini è preciso:  del secondo governo Giolitti perché il mercato im-
            lo stradello compare nella pianta di Nolli del 1748  mobiliare della capitale riparta, sostenuto da prestiti
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