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briganti a processo
alla luce di un lampo – insieme alla propria donna – resistenza e fu arrestato unitamente a tre complici –
nascosto nel cavo di un albero. Dopo essersi schierati Giovanni Ragosta di Sparanise (CE), Nicola Vendet-
per meglio sfruttare la sorpresa, esplosero una scarica tuoli di Capriati al Volturno (CE) e Giuseppe Ludo-
di fucileria e misero fine alla sua carriera di latitante, vico “Pelucchiello”, di Cerreto Sannita (BN).
sopprimendo anche la donna. Poco dopo vennero rin- Rimaneva uccel di bosco Domenico Fuoco, ritenuto a
tracciati e uccisi altri due briganti, e al solito tutti i ragione il più pericoloso e sanguinario. Proseguì con
cadaveri furono esposti in piazza, col generale Palla- le razzie e i sequestri di persona, lasciando dietro di sé
vicini, responsabile delle operazioni in quel periodo, una scia di sangue, e finì nel modo più rocambolesco.
gongolante per il nuovo successo. Era usanza barbara Sequestrati dei contadini, ma legatili male, i briganti
come quella di torturare i prigionieri, praticata dai s’erano appisolati nel loro bivacco, dopo aver mangiato
briganti, ma lo scontro era senza quartiere. e bevuto smodatamente.
Per Fuoco e Pace il cerchio si stava stringendo e in ef- Le vittime riuscirono a liberarsi e, prese pietre e coltelli,
fetti nel 1869 il secondo venne catturato. Stanco, ormai li uccisero e si dettero alla fuga. Era la parola fine,
da solo, cambiava rifugio giornalmente, e il 27 agosto scritta finalmente dalla gente del posto, a dimostra-
fu rintracciato nel Matese da una pattuglia di fanti zione che qualcosa stesse cambiando.
del 27° fanteria e di carabinieri. Preferì non opporre Carmelo Burgio
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO X 43