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CRONACHE DI IERI
erano avvalsi di automezzi ed era fondato dunque rite- accuratamente celato, un cappotto marrone, recante
nere che dovevano aver disposto di un punto di appog- nella parte anteriore destra, a mezza altezza, una mac-
gio distante pochi chilometri dal luogo del delitto. chiolina rossa, ritenuta essere di sangue, ed un paio di
In questo ordine di idee l’Arma dei Carabinieri separò scarpe di cuoio nere, ricoperte di fango. Estendendo
le indagini da quelle della Questura, dissentendo ormai l’ispezione all’immondizia della casa, l’ufficiale ritrovò
da essa sia sul movente da attribuire alla strage, sia sul- un pezzo di tessera annonaria dalla quale poté rilevare
l’impostazione delle indagini. il solo nome di battesimo dell’intestatario - Giovanni -
La conduzione delle ricerche venne affidata al Sottote- il numero della concessione ed il periodo di validità del
nente Losco che venne affiancato da alcuni sottufficiali documento, rilasciato dell’ufficio annonario di Torino.
di provata capacità come il Maresciallo Capo Carlo Sulla scorta del frammento Losco riuscì a identificare
Vada, della stazione di Collegno, il Vicebrigadiere Fran- l’intestatario della tessera nel calzolaio 32enne Giovanni
cesco Fontana, della stazione di Ciriè, e il Vicebrigadiere D’Ignoti, da Mezzoiuso, domiciliato a Torino in Corso
Giacomo Conto della stazione di Avigliana; questi ul- San Maurizio 46. Nello stesso frangente era stato effet-
timi due in servizio provvisorio a Venaria Reale. tuato l’esame biologico della presunta macchia di sangue
Sul conto del sottotenente Losco va detto che già nel e l’esame comparativo con la terra della cascina Simo-
1945 aveva dato prova del suo spiccato intuito e parti- netto ed il fango delle scarpe. Dai referti dell’Istituto
colare versatilità nelle indagini investigative assicurando biologico emerse che il fango delle scarpe era della
alla giustizia gli autori di due efferati omicidi; inoltre stessa natura di quello della cascina e che la macchia
in una successiva circostanza aveva arrestato nove indi- del cappotto era effettivamente di sangue umano.
vidui, associati per delinquere, autori di numerose rapine, Il 4 marzo, dopo un lungo appostamento, Losco unita-
recuperando parte della refurtiva e armi da guerra. mente a due sottufficiali effettuò il fermo del D’Ignoti
Il 1° febbraio 1946, mentre procedevano le indagini, presso la sua abitazione. L’uomo inizialmente interrogato
venne effettuata una perquisizione nell’alloggio già oc- si dimostrò poco collaborativo. Nel frattempo il sotto-
cupato da un certo Domenico Napoli da Mezzoiuso tenente aveva scoperto che la sera in cui era stato com-
(Palermo), che risultava trovarsi in Sicilia da epoca an- messo l’omicidio quattro individui erano stati visti risa-
tecedete al delitto. Nella perquisizione Losco rinvenne, lire la collina di Villarbasse, provenienti dal vicino paese
La stampa, appreso della notizia dell’arresto
degli assassini ne dette ampio riscontro,
riconoscendo la perspicace attività
investigativa dei carabinieri e arrivando persino
a pubblicare la foto del Sottotenente Losco
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO X 47