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CRONACHE DI IERI





            di Sangano. D’Ignoti fu nuovamente interrogato più      delitti commessi in Sicilia, era stato ucciso probabil-
            volte in modo paziente e minuzioso fin quando confessò   mente dopo il suo ritorno nell’isola, ad opera della ma-
            di aver percorso insieme a tre suoi amici la strada San-  lavita locale.
            gano - Cascina Simonetto e di aver assistito all’eccidio,  Il 26 marzo i detenuti, tradotti a Venaria Reale, vennero
            del quale fece una particolareggiata descrizione. Negò  subito interrogati dal Sottotenente Losco. In un primo
            però decisamente la sua partecipazione materiale alle   momento  negarono  la  loro  partecipazione  all’eccidio,
            uccisioni. Dopo molte tergiversazioni si decise a rivelare  poi dopo ben sei giorni di continui ed estenuanti inter-
            i nomi del resto della banda, tre suoi conterranei: il ma-  rogatori diurni e notturni, di confronti e di incalzanti
            cellaio 22enne Pietro Lala, che si attribuiva lo pseudo-  contestazioni,  la  resistenza  dei  detenuti  venne  vinta.
            nimo di Francesco Saporito e che era stato garzone nella  Così i carabinieri dopo una ulteriore settimana riusci-
            cascina, il calzolaio 32enne Giovanni Puleo ed il car-  rono a ricostruire il delitto nei suoi più piccoli dettagli.
            rettiere 27enne Francesco La Barbera.                       I colpevoli ammisero di aver rispettivamente ucciso a
            Il 10 marzo 1946 venivano inviati in Sicilia il maresciallo  scopo di rapina due persone il Puleo e una ciascuna il
            Vada ed i vicebrigadieri Fontana e Conto, i quali con   La Barbera e il D’Ignoti; mentre le rimanenti sei persone
            l’ausilio dell’Arma di Palermo, dopo laboriose indagini  erano state uccise dal Lala, organizzatore e capeggiatore
            ed appostamenti, non scevri da pericoli, riuscivano a   dell’impresa. Tutti  e  quattro  concorsero  nel  legare  le
            tranne in arresto Puleo e La Barbera. Il Lala, alias Sa-  vittime, ad appesantirle con i massi di cemento ed a
            porito, noto pregiudicato e ricercato dai carabinieri del  gettarle nella cisterna. Compiuto l’eccidio ed eliminate
            luogo perché colpito da mandato di cattura per altri    le tracce si impossessavano di 196.000 lire, viveri e bian-


                             giovanni puleo, francesco la barbera, e giovanni d'ignoti, poco prima della condanna a morte
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