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PAGINE DI STORIA
Il brigantaggio assunse
rone, ne ferì un secondo e si disimpegnò. Nascose
bandoliera e giberna con itinerario, foglio di servizio esclusivamente
e parole d’ordine, e unitamente al commilitone Luigi
Bompastore riuscì a raggiungere Filignano (IS) per
dare l’allarme. Qui il Brigadiere Domenico Muratori, carattere
comandante la Stazione, organizzò un drappello con
carabinieri, d’iniziativa, partirono in direzione della delinquenziale, di cui
4 dei suoi ragazzi e 23 fanti del 39°, mentre altri 2
sparatoria da Venafro. I briganti intanto avevano pre-
ferito allontanarsi, raggiungendo Casalcassinese (FR), fecero le spese anche
ove ucciso ufficiale e sergente del distaccamento di
fanti ivi stanziato, avevano assediato la sede del piccolo contadini e piccoli
reparto. Giunsero tuttavia i rinforzi partiti da Fili-
gnano (IS), aggredirono alle spalle i briganti ucci-
dendone 8 e costringendo gli altri a fuggire. Come proprietari terrieri
sempre giunsero delle Menzioni Onorevoli per tutti i
principali protagonisti. e allevatori
Le operazioni continuarono, vi prese parte anche un
ex-capo-banda, Domenico Coja detto “Centrillo”, che
svolse le funzioni di guida e venne segnalato addirittura il capo-banda fece recapitare un plico con le orecchie
per il valore dimostrato in combattimento. Con lui e i nasi asportati ai due. L’11 Fuoco e i suoi furono in-
ora, insieme a carabinieri e militi della Guardia Na- tercettati e si scontrarono con carabinieri e militi della
zionale, anche dei volontari, a dimostrazione della pro- Guardia Nazionale di Venafro, a Conca Casale (IS),
gressiva perdita di sostegno popolare da parte dei bri- sfuggirono, ma alcuni di essi rimasero feriti.
ganti. Le bande Fuoco, Valerio e Ciccone erano sempre Si avviò in questo periodo anche un tentativo di otte-
assai attive, e il territorio iniziò a soffrire anche del- nere, anche dietro corresponsione di somme in denaro,
l’epidemia di colera che interessò tutta la penisola. l’aiuto della popolazione. A fine settembre 1867 una
Il 28 marzo il gruppo del brigante Fuoco si rese autore compagnia di fanteria, rinforzata da 20 carabinieri,
del barbaro omicidio di due carabinieri – Giovanni aiutata da due traditori della banda Guerra, sorpresero
Gallesio e Michele Tricarico – della Stazione di Lon- un forte gruppo di briganti nel territorio di S. Pietro
gano (IS). Recatisi di mattina in una locanda sulla Infine. Stavolta l’azione riuscì, e fra i briganti morti vi
strada per Pettoranello del Molise (IS) per scambiare erano il nipote di Domenico Fuoco, il 19enne Menico
la corrispondenza coi colleghi di Cantalupo nel Sannio, Fuoco, e Ciccone. Non inganni la giovane età di Me-
al ritorno transitarono presso una carbonaia ov’erano nico: era violento e non disdegnava di far uso del col-
nascosti i briganti. Catturati, i militari vennero denu- tello da quando aveva 10 anni.
dati, legati a tronchi d’albero, e torturati con coltelli e La caccia proseguì e il 23 febbraio 1868 ciò che restava
pietre. La crudeltà usata nei loro confronti dà la misura delle bande Pace, Guerra e Fuoco fu segnalata in un
dell’efferatezza della lotta e dell’odio nutrito per chi bosco di Roccapipirozzi, nei pressi di Venafro. Coi
indossava la divisa nera e le stellette: furono loro cavati carabinieri di Venafro e Isernia, al solito, militi della
gli occhi e tagliate orecchie e naso, e solo dopo circa 3 Guardia Nazionale e fanti del 28° fanteria Pavia, che
ore e mezza vennero finiti a fucilate. A sera, non es- raggiunsero il campo dei briganti e l’investirono. Lo
sendo rientrati alla sede di servizio, scattarono le ri- scontro durò oltre un’ora, e il sopraggiungere di ulte-
cerche, il giorno dopo vennero trovati i cadaveri e l’8 riori nuclei di militi di rinforzo compensò l’iniziale
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO X 41