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CARABINIERI DA RICORDARE
Dal Siccomario, nieri inglesi e dei soldati italiani che intanto diserta-
vano, in numero sempre maggiore, dalle forze armate
i partigiani eseguivano della repubblica sociale italiana.
Nell’immediata periferia meridionale della città, ad
i rischiosi esempio, uno dei luoghi più utilizzati allo scopo fu il
Siccomario, ossia quella fascia di territorio, ricca di ca-
traghettamenti scinali e di boscaglia, inclusa nell’angolo di confluenza
dei fiumi Ticino e Po. In quest’area operavano clande-
stinamente il Carabiniere Vittorio Caraffa ed il Cara-
notturni verso biniere Oreste Colombi, in stretta collaborazione con
una formazione di partigiani del luogo, capeggiata da
l’Oltrepò, per il Luigi Crepaldi, un sergente maggiore del Genio Mili-
tare specializzato in sabotaggi ferroviari. Entrambi i ca-
rabinieri, com’è documentato, erano agli ordini del Ma-
trasporto dei fuggitivi, resciallo Maggiore Benedetto Corippo, comandante
della Stazione urbana di Pavia Borgo Ticino, che aveva
delle armi e dei competenza su quel territorio.
Dal Siccomario, i partigiani eseguivano i rischiosi tra-
ghettamenti notturni verso l’Oltrepò, per il trasporto
materiali destinati dei fuggitivi, delle armi e dei materiali destinati alle
bande partigiane, che andavano ad organizzarsi sulle
alle bande partigiane colline. Peraltro, due soldati inglesi ricercati erano na-
scosti proprio dal Carabiniere Colombi, nella sua abi-
tazione di Travacò Siccomario. Già sospettato, Colombi
sarà catturato l’11 dicembre 1943 e detenuto per oltre
qua della linea che divideva in due l’Italia, non poteva sei mesi a Milano, nel carcere di San Vittore.
risparmiare l’Arma dei Carabinieri, che fu oggetto di Fatti pressoché similari, ad opera dei carabinieri, si ve-
particolare azione circonvenzionatrice ed intimidatrice rificheranno anche in altre località della provincia, la
insieme, onde piegarla ai voleri dell’oppressore.” cui responsabilità non poteva che ricadere sul coman-
Nell’autunno 1943, la scarsa collaborazione dei carabi- dante del Gruppo di Pavia. Evidentemente compro-
nieri, specialmente nelle ricerche dei renitenti alla leva, messo, il Maggiore Chiaffarelli, il successivo 18 dicem-
dei militari inglesi e di coloro che gli avessero fornito bre, con la compiacenza di un noto medico, il professore
aiuto, alimentò ulteriormente la diffidenza delle autorità Aminta Fieschi, si fece quindi ricoverare presso il locale
nazifasciste, facendo accrescere il sospetto che l’Arma Policlinico “San Matteo”.
favorisse le forze della Resistenza. La relazione inoltrata Era del tutto sconosciuta questa attività svolta dai Ca-
il 30 novembre dal Gruppo Carabinieri di Pavia alla rabinieri nel Siccomario, come altri aspetti emersi a se-
Prefettura, per comunicare l’esito improduttivo delle guito di una ricostruzione eseguita in collaborazione di
ricerche, provocò le ennesime contrarietà, che posero due ex sindaci del comune di Travacò Siccomario, San-
Chiaffarelli in una complicatissima condizione. D’al- dro Boiocchi ed Ermanno Bonazzi, autori del volume
tronde, il comandante non poteva riferire altro, dal intitolato “Nuovi frammenti di storia della Liberazione
momento che erano proprio i suoi carabinieri, allon- di Pavia e del Siccomario”, risalente al 2017. Altre pre-
tanatisi dai reparti per servire la causa in clandestinità, ziose testimonianze, raccolte con la collaborazione della
a collaborare con i partigiani locali, anche nella pro- ricercatrice Rosalba Mezzorani Badino, sono pervenute
tezione dei giovani renitenti alla leva, degli ex prigio- dall’avvocato Clodomiro Chiaffarelli, figlio del mag-
60 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO IX