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PAGINE DI STORIA
«...Il comandante dei
carabinieri gli aveva
le 12,00? Annota, infatti, l’Aiutante di campo del So-
vrano, Generale Puntoni: «Alle 12,15 una telefonata di solo allora fatte
De Cesare […] sconvolge il programma del Re. De Cesare
chiede udienza per Mussolini alle 17, in forma privata, a
Villa Savoia. Telefono immediatamente al Sovrano e ri- presenti alcune gravi
spondo al segretario particolare del Duce che Sua Maestà
aderisce alla richiesta di Mussolini. Avverto anche Acqua- difficoltà che si
rone…». In proposito convergono anche le parole dello
stesso De Cesare. Egli, in un’intervista pubblicata su Il opponevano ad un
Tempo il 10 febbraio 1955, dichiarò che alle 11,00 il
duce lo chiamò al telefono affinché si attivasse a chiedere
un incontro con il Re nel pomeriggio. fermo di Mussolini
Per evidenziare le differenti versioni sulla destituzione
nostra esplorazione storica, la posizione di Silvio Ber- fuori dalla villa e che
del duce ci sembra piuttosto emblematica, ed utile alla
toldi che nel suo “Colpo di Stato – 25 luglio ’43: il ribal-
tone del fascismo” (Rizzoli, 1996), esprime un severo giu- perciò si chiedeva
dizio sull’operato sia dei militari sia, soprattutto, di
Vittorio Emanuele. Smentendo quanto sostenuto da l’assenso acché il
Ambrosio e dai suoi più vicini collaboratori, Bertoldi è
fermamente persuaso che il vero regista del colpo di
Stato fu il Re mentre i Generali svolsero un ruolo se- fermo avvenisse
condario, da comprimari. Naturalmente, oltre a quanto
sopra già descritto, non sostiene questa posizione l’ul- nell’interno della villa»
teriore intervista di Castellano resa in televisione nel
1963 e riportata più recentemente nella trasmissione
“Benito Mussolini: l’arresto del dittatore” su Rai Scuola –
storie. Dopo aver appreso - da un Acquarone indeciso novembre, accompagnato dal colonnello di Stato Maggiore
sul da farsi - dell’udienza pomeridiana a Villa Savoia e De Francesco e gli dò l’ordine di arrestare Mussolini, oggi,
dell’atteggiamento ancora esitante del Re, Castellano all’uscita dall’udienza reale». Due elementi emergono
si reca da Ambrosio: «Lascio Acquarone e corro da Am- da questo breve passaggio: il primo, che i militari ave-
brosio. Rappresento ad Ambrosio la nuova situazione e gli vano pienamente assunto ogni iniziativa e si tormenta-
dico come non è possibile cambiare il piano già stabilito nei vano dell’inerzia del Re; il secondo, che il Comandante
dettagli. Bisognava trasportarlo [il piano – ndA] dal Generale dell’Arma aveva già stabilito il piano d’arresto
Quirinale a Villa Savoia anche se Villa Savoia era la casa con Castellano. Nonostante tutto, Bertoldi attribuisce
del Re, a meno di lasciar libero Mussolini con le conseguenze al Sovrano una sottile strategia che, evidentemente, co-
che non potevano essere valutate. Ambrosio pensa un mo- stui riuscì abilmente a non far trapelare ad alcuno. Af-
mento, poi mi dice “arrestiamolo! Lascio a lei di dare gli ferma lo scrittore: «Le due persone che [il Re tenne] al
ordini relativi”. C’era poco più da aggiungere a quello che suo fianco sono il ministro della Real casa, duca d’Acqua-
avevamo già stabilito con Cerica; io vado da lui in via IV rone, e l’aiutante di campo, generale Puntoni. Ciascuno
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO IX 11