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PAGINE DI STORIA
In senso tecnico, gli desse la stura per agire. Di questa eventualità ne è
testimone il Colonnello Torella (“L’Unità”- 1997): «il
non si trattò di un Sovrano affermò che la sostituzione di Mussolini era stata
a Lui stesso già precedentemente proposta da una ristretta
arresto (se non cerchia di persone politicamente qualificate pel tramite del
Duca d’Acquarone. Ne era seguita la decisione del Re».
Nel frattempo, alle perduranti titubanze del Re faceva
di fatto), men che da contraltare l’attivismo dei vertici militari che da
tempo, per proprio conto, avevano iniziato a preparare
meno di un fermo un piano per la destituzione di Mussolini. Sul punto, in
effetti, Renzo De Felice non ha dubbi sostenendo che
(inteso di polizia l’ipotesi più probabile sia quella che a voler l’arresto di
Mussolini furono i militari, su tutti i Generali Vittorio
Ambrosio e Giuseppe Castellano, suo strettissimo e fi-
giudiziaria). dato collaboratore, i quali operarono sotto la supervi-
sione del Ministro della Real Casa, duca d’Acquarone,
Si trattò, in realtà, vero tessitore dell’operazione. In tale prospettiva, il Ge-
nerale Castellano, intervistato da Sergio Zavoli nella
trasmissione Diario di un cronista, dichiarò che l’idea di
di un colpo di stato arrestare Mussolini era risalente a qualche settimana
dopo la nomina del Generale Ambrosio a Capo di Stato
Maggiore generale («Io ebbi ordini fin dall’aprile del
1943 dal mio capo, Generale Ambrosio, di studiare questo
alla monarchia, l’arresto dovesse essere eseguito dai Ca- piano»). Ambrosio aveva compreso che la guerra era
rabinieri (Deakin, Op. cit.). Il Re, d’altro canto, già da perduta e bisognava assolutamente evitare ulteriori pa-
qualche mese prima dell’arresto, aveva iniziato a ricevere timenti alla Nazione. Tuttavia, in un’intervista rilasciata
in udienza esponenti dell’antifascismo, alcuni alti Uffi- l’11 marzo 1955 al Corriere della Sera, Ambrosio fornì
ciali dell’Esercito, tra cui più volte Ambrosio anche in una diversa versione asserendo che «non è assolutamente
ragione del suo incarico, finanche esponenti del partito vero che fin dai primi giorni della mia nomina a Capo di
fascista convinti ormai della necessità di una svolta. Stato Maggiore generale, io avrei predisposto un piano per
Ascoltava tutti senza tradire alcun segno di approvazione un’azione immediata e, diremo, di forza. [Infatti] la mia
o condivisione delle soluzioni che gli venivano sotto- iniziale speranza era di poter riuscire a convincere Mus-
poste. Del resto, il malcontento e l’avversione verso il solini ad un rapido sganciamento dai tedeschi. Fui sempre
duce erano ormai ai massimi livelli di tolleranza, ali- franco con Mussolini, a volte violento e ciò per forzargli la
mentati dalla disfatta delle truppe sui vari fronti di mano […] non reagiva, non prendeva decisioni». E questo
guerra. Ne fu interprete anche l’anziano Generale Vit- atteggiamento del duce, Ambrosio lo sperimentò in
torio Zuppelli, già Ministro della Guerra durante il 1° prima persona nel corso dell’infausto convegno di Feltre
conflitto mondiale, che sin dal febbraio 1943 suggerì al del 19 luglio tra Hitler e Mussolini, a cui partecipò.
Re di cacciare Mussolini e di favorire un colpo di stato. Resta il fatto, invece, che il Generale Castellano si attivò
Tuttavia, il Sovrano indugiava, non si determinava ad in breve tempo e incaricò il Maggiore Luigi Marchesi,
assumere un’iniziativa forte e risolutiva. Sebbene in una suo fidato collaboratore, di svolgere dei sopralluoghi a
lettera indirizzata ad Acquarone affermasse di aver in Palazzo Venezia onde stabilire la migliore opportunità
animo di destituire il duce fin dal gennaio 1943, egli per arrestare Mussolini. Fu valutato che la consistente
aspettava un’occasione, uno sbocco costituzionale che presenza dei Moschettieri del duce e di agenti in servizio
8 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO IX