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PAGINE DI STORIA
a Palazzo scongiurasse un’azione in tal senso. Così di- era necessario assolutamente levare Mussolini dalla circo-
chiarò Marchesi a Zavoli: «L’incarico che mi aveva dato lazione e mettere sia il popolo italiano sia i tedeschi di
il Generale Castellano… era di esaminare se a Palazzo fronte al fatto compiuto con un’azione rapida e decisa».
Venezia esisteva la possibilità di arrestare Mussolini in Poi, la telefonata del segretario del duce De Cesare, con
forma piana, diciamo non cruenta. Il compito non era facile, cui si chiedeva un’udienza al Re nel pomeriggio del 25
però ero riuscito a farmi un’idea molto chiara sull’impossi- luglio, sconvolse il piano. Castellano così descrive questi
bilità assoluta di fare un’azione come progettata senza colpo ultimi frenetici frangenti: «[l’arresto di Mussolini] era
ferire; e siccome questo era il compito, risposi al Generale previsto per il giorno 26…senonché la mattina del 25 noi
Castellano negativamente». Sempre a Zavoli, Castellano sapemmo da Acquarone che Mussolini aveva chiesto
descrisse un altro scenario: «l’altra ipotesi era quella di udienza al Re e il Re gliela aveva accordata per lo stesso
fermarlo al Quirinale…era più facile perché nel cortile en- giorno 25, domenica, ma non più al Quirinale, ma a Villa
trava soltanto la macchina presidenziale; la scorta rima- Savoia. Dovemmo lì per lì…adattare il piano alla nuova
neva fuori sulla piazza […] il problema era quello di farlo sede. Per tutta la mattina noi non ricevemmo nessun ordine,
uscire senza che fosse visto né dalla scorta né dai numerosi mentre aspettavamo l’ordine esecutivo da parte del Sovrano;
poliziotti che costellavano tutto il percorso da Piazza Ve- sicché verso mezzogiorno e mezzo io mi recai a casa del
nezia al Quirinale a Villa Torlonia. E allora pensammo Generale Ambrosio il quale stava facendo colazione e gli
di adoperare l’autoambulanza e farla uscire da un’altra dissi: “Eccellenza che cosa facciamo? Le ore passano”. Lui
porta… precisamente quella della manica lunga, in via mi rispose “che cosa dice il Sovrano?”; “il Sovrano non dice
XX settembre». Il progetto di arresto del dittatore pre- niente, bisogna che prenda Lei delle decisioni”. E allora lui
scindeva dunque dall’esito del Gran Consiglio e, di con- mi rispose: “faccia così, dia lei le disposizioni per l’arresto”.
seguenza, aveva condotto Ambrosio e Acquarone a pro- Sono corso dal Generale Cerica a dargli questi ordini del
grammare l’operazione per il 26 luglio, lunedì, giorno
in cui il Re riservava l’abituale udienza al Capo del
Governo. Così Castellano: «Il 22 mattina avemmo da In una lettera diretta ad
Acquarone l’ordine del giorno Grandi […] La mattina
del giorno 24 io accompagnai il Generale Ambrosio e il Acquarone il re scrisse:
Ministro Acquarone dal Maresciallo Badoglio. Il Ministro
Acquarone portò a Badoglio la copia del proclama che Ba-
doglio avrebbe dovuto leggere alla radio [redatto da Vit- «fin dal gennaio
torio Emanuele Orlando - ndA] nel momento nel quale
sarebbe stato nominato Capo del Governo. Parlo del mat- 1943 io concretai
tino del 24, cioè ancora prima che si dovesse riunire il
Gran Consiglio». Del resto, l’arresto era assolutamente
indispensabile in quanto, precisa sempre Castellano «se definitivamente la
Mussolini fosse stato lasciato libero, chi poteva garantire
per dare le consegne al suo successore? Sarebbe bastato un decisione di porre fine
che sarebbe tornato tranquillamente a Palazzo Venezia
appello qualsiasi perché i fascisti prendessero vigore e, data
la superiorità di mezzi che loro avevano …saremmo ar- al regime fascista e di
rivati ad un conflitto dove non sarebbero bastati i carabi-
nieri ma occorreva addirittura l’intervento delle Forze revocare il Capo del
armate. Poi c’erano i tedeschi. Bastava una telefonata a
Kesselring che si sarebbe precipitato a dare manforte a Governo, Mussolini»
Mussolini. Per tutte queste ragioni abbiamo concluso che
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO IX 9