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PAGINE DI STORIA






                       Carlo Alberto



               gli conferì negli anni                               aver promosso un’operazione «utile soltanto a stender in


                    successivi i titoli                             Italia le fila della gran cospirazione europea». Oggi, alla
                                                                    luce di ciò che ha portato l’Italia ad essere un Paese
                                                                    unito, una tale affermazione può lasciare perplessi, ma
                di Cavaliere di Gran                                a quel tempo non era così scontato che si condividesse

                                                                    un tale sogno, soprattutto fra i sovrani assoluti come
                   Croce dell’Ordine                                Carlo Felice e le persone a lui più prossime, che vede-
                                                                    vano nella conservazione dello status quo l’unico mezzo

                    dei SS. Maurizio                                per garantire le loro corone e la pace.
                                                                    Dopo il congresso di Torino, il di Saluzzo fu ammesso
                                                                    in numerosi corpi accademici attivi in Italia e in Eu-
               e Lazzaro, di Grande                                 ropa, un successo personale non più legato al suo peso
                                                                    politico. Peraltro, quando Carlo Alberto decise di con-
                      della Coronae                                 cedere lo Statuto, il 3 aprile 1848 di Saluzzo fu tra i
                                                                    primi senatori di nomina regia. Eppure nelle sue me-
                      453° Cavaliere                                morie lamentò di aver perduto il favore del re, nono-
                                                                    stante avesse rastrellato così alti segnali di riconosci-
                                                                    mento. La sua famiglia rimase saldamente nell’orbita
               dell’Ordine Supremo                                  sabauda, al punto che il fratello Cesare venne nomi-
                                                                    nato precettore dei figli del re, succedendogli nel 1837
                     dell’Annunziata                                nella presidenza della Deputazione di Storia Patria, e
                                                                    tutti i fratelli ricevettero il Collare dell’Annunziata, il
                                                                    riconoscimento sabaudo di maggior prestigio. L’ele-
                                                                    zione a senatore venne approvata solo il 7 marzo 1849,
                                                                    e  la  sua  partecipazione  ai  dibattiti  fu  dapprima  al-
            patria e nel 1838 fu eletto presidente – carica allora a  quanto ridotta. Nel corso del 1849, e soprattutto del
            vita – dell’Accademia delle Scienze. Partecipò in quella  1850, la sua presenza divenne più assidua; si segnalò
            veste al 1° congresso degli scienziati italiani, svoltosi a  per  la  difesa  di  posizioni  conservatrici,  fra  le  quali
            Pisa  nel  1839,  e  fu  eletto  presidente  generale  del  2°  l’opposizione all’abolizione del foro ecclesiastico.
            congresso, che si tenne a Torino nel settembre del 1840.  Morì  a Torino  il  10  agosto  1851,  tre  anni  dopo  la
            Pronunciò in tale occasione un discorso in cui tra l’altro  scomparsa della moglie.
            elogiò, ma senza eccessi enfatici, «la comune nostra pa-  Nel panorama dei comandanti del Corpo si ritagliò
            tria», l’Italia, e auspicò che i congressi realizzassero una  uno  spazio  assolutamente  singolare.  Uomo  d’armi,
            «universale Accademia» (Atti della seconda riunione degli  passato  presto  alle  lettere,  alla  ricerca  storica  e  alla
            scienziati italiani tenuta in Torino nel settembre del 1840,  politica, fu combattuto fra la tradizionale fedeltà della
            Torino 1841). Non era convinto circa la partecipazione  propria casata alla dinastia dei Savoia, che nei momenti
            ad un processo per l’unità nazionale, ma Clemente So-   critici seppe onorare, e un bisogno di progresso sociale
            laro della Margarita, esponente di spicco dei reazionari,  e civile che, forse quasi inconsapevolmente, ne devia-
            pur riconoscendo che nell’occasione «ogni cosa andò stu-  rono a volte il percorso.
            pendamente e col dovuto ordine», accusò il di Saluzzo di                                      Carmelo Burgio



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO VIII  15
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