Page 15 - Notiziario Storico 2023-3
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PAGINE DI STORIA
Il Maggiore Negri centro paese, che è stata dimora del re Carlo Alberto
per qualche ora dopo la battaglia, mentre non è certo
di Sanfront, intuendo se vi abbia passato la notte, come una consolidata tra-
dizione vorrebbe far credere. Anche perché contraste-
rebbe con quanto traspare dalle Memorie del re che
la gravità del pericolo indica in S. Giustina di Palazzolo il luogo del pernot-
tamento (Ved. Carlo Alberto Re di Sardegna, Memorie
che minacciava il Inedite 1848, Corbaccio, 1935, p. 229).
I piemontesi avevano finalmente vinto una splendida
sovrano, diede ordine battaglia, ma non seppero nei bollettini ufficiali dare
l’opportuno risalto ai fatti della giornata. Se avessero
saputo metterli maggiormente in luce, avrebbero pro-
ai tre squadroni di dotto ben altro effetto in Italia, ma anche fuori. Non
colsero, invece, l’occasione e quanto successe venne con-
lanciarsi al galoppo siderato piuttosto come una semplice azione d’avam-
posti. Tuttavia, i posteri sono riusciti a scoprire la stra-
ordinaria bellezza di quella fulgida pagina di storia
contro il nemico militare italiana, elevando i fatti di Pastrengo al rango
che meritano. In ogni caso, non mancò fin dalla sera di
quel memorabile 30 aprile una feroce critica all’azione
di comando, rivolta soprattutto al re Carlo Alberto, per
giornata: la colonna Broglia s’impadronì subito dopo non aver saputo approfittare della vittoria. Avrebbe, in-
del poggio del Telegrafo nell’intento di arrivare a Pa- fatti, potuto inseguire il nemico sulla riva sinistra del-
strengo, la colonna di Vittorio Emanuele, una volta su- l’Adige, in modo da attaccare subito Verona, che poteva
perato il monte Le Bionde assaltò l’abitato dal piano, contare su un presidio militare, dopo la sconfitta di Pa-
mentre la colonna Federici, superato le Costiere Basse, strengo, tutto sommato scarso e sfiduciato.
occupò la zona di Cornè. Il Generale Wocher, per cer- A difesa del re, è bene mettere in evidenza, che difficil-
care di fermare l’avanzata piemontese, fece muovere mente non poteva non rammentare la disastrosa espe-
contro la colonna Federici una parte della Brigata “Ar- rienza fatta in quegli stessi luoghi dal Generale francese
ciduca Sigismondo”, nel contempo cercò di resistere al- Sérurier nel 1799, nell’ambito della prima campagna
l’interno di Pastrengo con la Brigata “Wohlgemuth”, napoleonica d’Italia. Infatti, dopo aver conquistato Pa-
ma non riuscendo a riprendere il controllo della situa- strengo cercò di arrivare a Verona, ma fu clamorosa-
zione ordinò la ritirata su Ponton e il ripiegamento mente sconfitto dall’esercito austriaco, che chiuse il ne-
oltre l’Adige. mico in una micidiale morsa di fuoco accerchiandolo
La battaglia si concluse poco prima del tramonto, dopo con tre colonne distinte. Inoltre, seppur a fronte di una
circa sei ore di combattimento e si rivelò il primo rile- netta vittoria era sicuramente opportuno non sottova-
vante fatto d’arme dell’Armata sarda nella prima guerra lutare un grande comandante come Radetzky. A mag-
d’indipendenza. gior ragione per il fatto che era riuscito a riordinare le
Il bilancio per l’esercito piemontese fu di 15 caduti e sue truppe, attraversando un paese sotto pesante attacco,
90 feriti, mentre per gli austriaci i caduti furono 24, senza riscontrare sensibili perdite. E ancora, poteva di-
147 i feriti e 383 prigionieri. Tra i civili, nonostante i sporre di forti presidi a Mantova e a Peschiera alle spalle
cruenti scontri tra le case del paese di Pastrengo, venne dei piemontesi: gli garantivano, infatti, la possibilità di
segnalato dai registri parrocchiali un solo deceduto, approfittare di ogni passo falso del nemico, non per ul-
Candido Girardi, nei pressi della villa Segattini in timo l’attraversamento sempre difficoltoso del fiume
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO VIII 15