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PAGINE DI STORIA
La legge Pica emanata il 15 agosto 1863
prevedeva il giudizio da parte dei Tribunali
Militari per le “bande armate composte
almeno da tre persone, nelle province infestate
dal brigantaggio, e che tali saranno dichiarate
con Decreto Reale”, nonché la fucilazione per
coloro che “armata mano oppongono
resistenza alla forza pubblica”. Inoltre,
l’articolo 3 accordava a quanti si costituivano
“la diminuzione da uno a tre gradi di pena”
stenti. Dall’altra parte le forze di repressione militari e nelle ore serali il bestiame, i cereali ed il foraggio in
di pubblica sicurezza vantano maggiori mezzi e soprat- paese, così da impedire il sostentamento dei briganti,
tutto metodi di lotta, legislativi, tecnico-operativi, più alla istituzione di nuove compagnie di volontari a piedi
idonei. Nondimeno nel potentino è ancora vivace la ed a cavallo. Veglio sarà anche un garantista ante litte-
banda di uno dei più temibili e fedeli luogotenenti di ram. Richiamerà ad esempio i Delegati di Pubblica Si-
Crocco, si tratta di Ninco Nanco, il quale il 7 febbraio curezza e gli Ufficiali dei Carabinieri Reali a procedere
1864 nei pressi di Genzano di Lucania si imbatte in ad arresti di sospetti favoreggiatori solo dopo aver rice-
cinque carabinieri in forza alla Stazione della vicina vuto mandato rilasciato dalla Giunta Provinciale sul
Acerenza. A seguito del conflitto a fuoco cadono il bri- Brigantaggio e non, come spesso avveniva, in mancanza
gadiere Forlani Michele e i carabinieri Rizzi Giovanni di questo. Intanto Crocco, non consegnatosi, tenta di
e Favata Antonio. Gli altri due militari dell’Arma ten- ritirarsi nel territorio dello Stato Pontificio, riuscendovi.
gono testa ai briganti sino all’arrivo dei rinforzi . Il bri- Egli però è comunque arrestato e rinchiuso nelle carceri
gante poi il successivo 13 marzo sarà ucciso in uno romane, da dove - individuato dalle truppe piemontesi
scontro a fuoco con i carabinieri di Avigliano, con il dopo la conquista della futura Capitale - fu tradotto a
rinforzo della Guardia Nazionale. In Basilicata opera Potenza, ove venne processato nel 1872 e condannato a
brillantemente il Prefetto di Potenza Emilio Veglio di morte, siccome ritenuto colpevole di 62 omicidi e 13
Castelletto, che dispone numerosi provvedimenti effi- tentati omicidi, pena successivamente commutata nel
caci, dall’arresto dei favoreggiatori (cosiddetti manu- carcere a vita che espierà nello stabilimento penale di
tengoli), all’obbligo per i contadini e massari di ritirare Portoferraio. Qui muore Carmine Donatelli Crocco, il
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