Page 30 - Notiziario Storico dell'Arma dei Carabinieri
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PAGINE DI STORIA
Il brigantaggio
nella zona di Melfi
– dice Bourelly -
sulle intenzioni e sui movimenti della truppa. Solo
avanti nel tempo i piemontesi provvederanno ad un si manifestò con
servizio di soldati travestiti da “cafoni”, da impiegare
limitatamente alla attività di vedetta avanzata nel corso
degli appostamenti notturni. Vediamo ora difetti e pregi caratteri affatto
dell'azione militare, iniziando dai primi. Innanzitutto
una distribuzione delle forze sul territorio non sempre speciali e ben diversi
aderente alla situazione attuale, volendosi spesso ac-
contentare l’interesse di protezione di qualche privato da quelli del
o di qualche municipio a discapito di altri, o non avendo
la prontezza di modificare il sito dei presidi a fronte di
nuove esigenze. Inoltre la mancanza di una visione glo- brigantaggio nelle
bale della situazione, pur giustificata dal fatto che ogni
zona aveva una propria particolarità che consigliava di altre province. Qui
lasciare la necessaria libertà di azione ai comandanti
locali - faceva sì che in zone contermini venissero ap- esso aveva un capo
plicate diversamente le misure repressive, tanto che i
briganti operavano in un luogo piuttosto che un altro, a
seconda vi fosse in loco una autorità più o meno energica supremo: Crocco
e risoluta. Ancora, ai battaglioni veniva lasciato poco
tempo per impratichirsi dei luoghi, giacché erano co-
stretti a frequenti trasferimenti; le norme regolamentari
erano spesso ambigue e gli ufficiali comandanti di Di- cune decisioni e tecniche di impiego della truppa che
staccamento erano in malcelata concorrenza con i col- si rilevarono a conti fatti decisive. Egli ebbe ad inte-
leghi confinanti, tanto da negarsi vicendevolmente la ressare una maggiore e più produttiva cooperazione
collaborazione in azioni contro le bande. Da ultimo la- con le autorità politiche, esigette la massima segretezza
sciamo quello che è forse il motivo principale della ini- sugli ordini di movimento e di operazione delle truppe,
ziale incapacità delle truppe regolari di infrenare e li- proibì ad ufficiali e soldati di trattenersi nelle ore libere
quidare il fenomeno: l’idea di combattere il brigante in pubblico, per impedire divulgazione di notizie, ope-
come si combatteva allora un qualsiasi esercito nemico, rando quella che oggi viene definita OPSEC (Opera-
ovvero con regolamenti rigidamente applicati, la stretta tions Security), utilizzò come guide i briganti “pentiti”
osservanza e l’attesa di ordini dalla scala gerarchica, pur contro gli ex compagni, predispose da parte delle
in presenza di decisioni operative urgenti. Ancora, l’im- truppe incessanti perlustrazioni “ogni Distaccamento
piego “canonico” di fanteria e cavalleria. Questa era ar- uscirà giornalmente (...) dal punto assegnatogli come
mata della sola sciabola, che poco intimoriva i briganti, stanza partendo la mattina all'alba e rientrando un’ora
pure affatto impensierirti del suo impiego d’urto, anche dopo tramontato il sole, il servizio di perlustrazione verrà
in considerazione che il terreno difficilmente consentiva in ciascun Distaccamento diviso in due Unità (…) metà
di dispiegare gli squadroni. Si è già parlato dell’opera della forza perlustrerà dall’alba al mezzodì, l’altra metà
del Generale Pallavicini ed invero a lui si debbono al- da mezzodì a fatta notte”.
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