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PAGINE DI STORIA















            un rinforzo di carabinieri ma la cosa non parve eccezionale.  Ai piedi delle scale, invece, si imbatte nel Capitano Vi-
            Il re, vestito da Maresciallo, era sulla porta della villa […]  gneri e nel collega Aversa. Alle loro spalle i tre prestanti
            Entrati nel salotto, il re, in uno stato di anormale agitazione,  vicebrigadieri. I due ufficiali gli parano il passo. Qualche
            coi tratti del viso sconvolti, con parole mozze, disse quanto  metro indietro assistono alla scena Frignani e Morazzini.
            segue: “Caro Duce, le cose non vanno più. L’Italia è in  Mussolini sobbalza ed accusa la sortita. Il Capitano Vi-
            tocchi. L’Esercito è moralmente a terra […] Il voto del Gran  gneri, sull’attenti e con voce ferma e stentorea, gli in-
            Consiglio è tremendo. Diciannove voti per l’ordine del  giunge: «Duce, in nome di Sua Maestà il Re vi preghiamo
            giorno Grandi: fra di essi quattro collari dell’Annunziata  di seguirci per sottrarvi ad eventuali violenze da parte
            […] In questo momento voi siete l’uomo più odiato d’Ita-  della folla». Mussolini è al tempo perplesso e infastidito:
            lia”». Alla  narrazione  di  Mussolini  fa  complemento  «che esagerazioni!» risponde, aggiungendo che non vi è
            quella del Generale Paolo Puntoni, primo aiutante di    alcun pericolo per la sua persona. Vigneri insiste: «ho
            campo generale del re che, nascosto dietro una porta    un ordine da eseguire, Duce». Rassegnato, fa per dirigersi
            della  sala,  pronto  a  intervenire  qualora  la  situazione  verso la sua auto ma l’ufficiale ne blocca l’incedere: «no,
            fosse degenerata, origliava e annotava a mente i punti  bisogna salire qui» - profferisce - e lo invita a seguirlo
            salienti del colloquio. Il re si rivolse a Mussolini con  verso  l’ambulanza  posta  sul  retro  della  villa,  alla  cui
            garbo e discrezione ma in maniera determinata. Gli co-  vista Mussolini esita. Vigneri, allora, lo prende per il
            municò che era giunto il momento di intervenire per     gomito sinistro e lo sollecita a salire. A bordo salgono
            sottrarre la Nazione da ulteriori sofferenze e ottenere  anche De Cesare, lo stesso Vigneri, Aversa e i tre sot-
            dagli Alleati il trattamento più favorevole possibile:  «mi  tufficiali. Due agenti armati si collocano sui predellini
            dispiace, ma la soluzione non poteva essere diversa». In-  del mezzo, mentre il terzo è alla guida. Sono le 17,20.
            formò  il  Duce  che  Badoglio  avrebbe  assunto  al  suo  Nel caldo afoso di questa giornata di fine luglio, l’am-
            posto la carica di capo del Governo. Mussolini si mostrò  bulanza  raggiunge  a Trastevere  la  caserma  Podgora,
            disorientato e turbato. Venne colto di sorpresa. Vittorio  sede della Legione Carabinieri Reali di Roma. Scen-
            Emanuele, allora, non era quello che pochi giorni prima  dendo dal mezzo, il Duce, con atteggiamento diffidente,
            gli aveva assicurato, qualsiasi cosa fosse accaduta, di re-  chiede se si trova in una caserma dei Carabinieri e Vi-
            stare al suo fianco. Tentò una fiacca replica sostenendo  gneri gli risponde in senso affermativo. All’oscuro di
            che il Gran Consiglio era un organo consultivo il cui   ogni cosa, si porta verso i nuovi giunti il comandante
            voto non aveva peso alcuno. Il re, invece, che ne aveva  della caserma, Tenente Colonnello Santo Linfossi. Ap-
            colto il significato politico, con delicatezza ribadì che  pena riconosce Mussolini si pone istintivamente sul-
            oramai non gli era più permesso di «restare inerte». Ac-  l’attenti. Vigneri allora, con piglio deciso gli chiede di
            compagnò  Mussolini  al  pianerottolo  che  sovrasta  la  aprire il circolo ufficiali per accogliere l’ospite. Indi, il
            scalinata di accesso alla villa e, come il Duce ricorda,  Duce e il suo segretario vengono fatti accomodare in
            «al momento di separarci, sulla soglia […] mi strinse molto  una  stanza.  De  Cesare  chiede  quale  sarà  la  sorte  di
            cordialmente la mano». L’incontro era durato venti mi-  Mussolini, se vi sarà la possibilità di un rilascio o, al li-
            nuti. Mestamente Mussolini scese la scalinata avviandosi  mite, di poter telefonare. A queste domande riceve un
            con De Cesare verso la sua automobile. Non vi trovò,    cortese ma risoluto diniego. Pochi istanti dopo giunge
            però, Boratto, il suo fedele autista, che con una scusa  il Maggiore Giuseppe Scivicco. Ha con sé un coltello;
            era stato poco prima prelevato dal Commissario Mo-      si avvicina al telefono e ne recide il filo. Alle 18,00 del
            razzini e condotto lontano.                             25 luglio 1943 ha inizio la prigionia di Mussolini.



            24 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO VII
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