Page 19 - Notiziario Storico 2022-4
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PAGINE DI STORIA
Pertanto, quel fatidico 25 luglio alcuna sorpresa avrebbe tralità dell’Italia «…di fronte al tremendo cataclisma
potuto cogliere Mussolini. Dagli ambienti a lui più fra i Tedeschi, che sono i Sassoni della terra e gli Inglesi
vicini giungevano continuamente notizie di un’opposi- che sono i Sassoni del mare».
zione interna e l’incontro con Grandi gli aveva consen- Alle 17,05 la riunione ha inizio. Il segretario del partito
tito di apprendere in quali termini e per quali finalità si Scorza chiama il saluto al Duce. Mussolini non tradi-
sarebbe riunito il Gran Consiglio. Tuttavia, confidava sce alcuna emozione, appare fermo e determinato, im-
in sé stesso, riteneva di godere del pieno appoggio del passibile nel corso del dibattito seguente ad ogni di-
re, di cui pensava di conservare integra la fiducia; e dun- chiarazione. De Marsico annotò nel libro “25 luglio
que non annetteva eccessiva importanza a questo ap- 1943” che, quando in esordio di seduta Mussolini prese
puntamento. Ne aveva accettato la richiesta per conce- la parola, «parlò un’ora e mezza. Una mobilità delle mani
dere soddisfazione ai più esagitati, sopire i loro moti di molto più viva della consueta, di quelle sue mani che sanno
irrequietezza, «guardarli negli occhi» e rimetterli in fila. chiudersi in un pugno vigoroso, appuntirsi con delicatezza
A Farinacci, che lo metteva in guardia dall’imminente ricercata… aveva fatto del suo discorso lo sfogo di una
congiura, rispose «vedi sempre tradimenti dappertutto». sofferenza, la liberazione di un’ansia». Invece, Grandi è
Renzo De Felice nella sua opera monumentale “Mus- nervosissimo. È entrato nell’aula con due bombe a
solini e il fascismo” ha scritto: «La convocazione del Gran mano affidate alle ampie tasche della sua sahariana
Consiglio, quindi, dovette essere da lui prospettata come la deciso ad usarle in caso di necessità. Non si fida del
prova migliore della sua sicurezza nella propria leadership Duce. Nei suoi ricordi autobiografici scrive che «Pa-
sul fascismo e quindi della infondatezza delle voci che lo lazzo Venezia, il cortile, lo scalone, l’anticamera della sala
volevano finito. Salvo Grandi, Ciano e il “mezzosangue” dove si riunisce il Gran Consiglio è presidiato [il che non
Bottai, gli altri membri del Gran Consiglio non erano da è mai accaduto] da reparti della milizia fascista in pieno
Mussolini considerati pericolosi; sarebbe bastato li guardasse assetto di guerra». È presente, infatti, un battaglione
negli occhi e facesse vibrare in loro la corda della fedeltà e li della Milizia che staziona nel cortile.
avrebbe avuti in pugno. Dopo di che, con un voto favorevole Gli ordini del giorno presentati sono tre: oltre a quello
del Gran Consiglio, tutto col Re sarebbe stato più facile e di Grandi, che reca la firma di altri 18 gerarchi, ven-
sicuro. Né, tanto più, sarebbe stato il caso di far arrestare i gono ammessi quelli di Farinacci e Scorza. Il docu-
maggiori esponenti del regime, il presidente della Camera mento di Grandi sollecita «…l’immediato ripristino di
dei fasci e delle corporazioni, vari ministri, il presidente tutte le funzioni statali, attribuendo alla Corona, al Gran
dell’Accademia d’Italia, […] Sarebbe equivalso ad una di- Consiglio, al Parlamento, alle Corporazioni i compiti e le
chiarazione di bancarotta le cui ripercussioni sarebbero state responsabilità stabilite dalle nostre leggi statutarie e co-
enormi, tali da provocare inevitabilmente un intervento stituzionali» e invita «…il Governo a pregare la Maestà
del Sovrano». del Re […] affinché Egli voglia per l’onore e la salvezza
Alle ore 17,00 del 24 luglio il Gran Consiglio si aduna della Patria assumere con l’effettivo comando delle Forze
a Palazzo Venezia nella sala del Pappagallo. Sono pre- Armate di terra, di mare, dell’aria […] quella suprema
senti i 28 membri, le più alte e importanti gerarchie iniziativa di decisione che le nostre istituzioni a Lui at-
del fascismo, che si ordinano attorno al tavolo a ferro tribuiscono»; richiede, infine, la restituzione dell’effettivo
di cavallo. Come da disposizione, tutti indossano la comando delle Forze Armate al re che avrebbe dunque
sahariana nera; il Duce veste l’uniforme di coman- raccolto in sé il duplice ruolo di supremo comandante
dante della milizia. Era dal 7 dicembre 1939 che militare e di promotore e garante della restaurazione
quest’organismo non si riuniva. Allora deliberò la neu- democratica delle Istituzioni.
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO VII 19