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PAGINE DI STORIA




                                                                               La sua opera


                                                                            era stata molto
            intervallo di tempo, allora, significativo, tenuto conto
            dell’abitudine a movimentare frequentemente gli uffi-
            ciali. Resta da comprendere perché, a questo punto,                  apprezzata
            l’azione  del  Prefetto  Mori  e  del  magistrato  Luigi
            Giampietro in Sicilia sia di gran lunga più conosciuta.
            Forse perché si occupò di mafia, già all’epoca più nota       ed aveva lasciato
            e famigerata; la repressione del maggiore Anceschi, in-
            vece, è rimasta a lungo nel dimenticatoio anche se fu        un segno incisivo,
            operazione di vasta portata e di grande importanza.
            Probabilmente altri fattori giocarono il loro ruolo. In
            Sicilia si era deciso di risolvere il problema con l’invio          non minore
            di due personalità esterne alle dinamiche di potere del
            Partito  Nazionale  Fascista,  i  già  ricordati  Mori  e            dell’azione
            Giampietro. Successivamente, quando sembrava che
            stessero per incidere a fondo, ben oltre il tessuto crimi-
            nale di campagna, l’azione fu interrotta e comunque           del Prefetto Mori
            qualche polemica venne sollevata. Inoltre Mori era pur
            sempre un Prefetto. Per quanto riguarda Caserta, dove     in Sicilia, ma per una
            molto aspra era stata la lotta tra fascisti della prima ora
            e il vecchio notabilato ben radicato nelle amministra-      serie di ragioni, nel
            zioni di comuni e provincia e dei vari enti dipendenti,
            il vertice dello Stato era rappresentato soltanto da un
            maggiore, appartenente a quell’Arma che mai avrebbe     dopoguerra è rimasta
            sollevato polveroni di fronte all’interruzione o devia-
            carico  fu  risolto  il  problema  che  potenzialmente a lungo dimenticata
            zione dello sforzo operativo. Destinandolo ad altro in-


            sarebbe potuto insorgere ove determinate sue proposte
            relative a funzionari e agenti di altra forza di polizia
            fossero venute alla luce. Eppure la criticità dell’area era  nozze che gli consentì di eliminare personaggi sco-
            ben chiara e possiamo notare che gli scioglimenti dei   modi, ma anche di affermare un più incisivo controllo
            Comuni dal 1915 al 1926 furono, in valore assoluto, di  del centro sulle periferie: nel discorso ricordato in aper-
            gran lunga più numerosi rispetto alle altre province    tura non fece mistero del proprio intervento repressivo
            della Campania. Tra i motivi della repressione della    a carico dell’amministrazione della Pubblica Sicurezza.
            malavita dei Mazzoni e dell’agro aversano, affidata al-  L’oblio, ad ogni buon conto, calò nel secondo dopo-
            l’Anceschi, v’era anche un’eccessiva litigiosità di persone  guerra: e la ricostituzione della Provincia di Caserta,
            influenti che, come dimostrato anche con il caso del-   considerata una succursale di Napoli in tutto, finì per
            l’on. Romano ad Aversa, non si facevano scrupoli ad     farla considerare realtà minore anche sotto il punto di
            utilizzare per le lotte politico-amministrative la mala-  vista delle dinamiche criminali. A Napoli andava ov-
            vita locale. Anceschi lo disse a chiare lettere, spiegando  viamente il Prefetto di maggiore prestigio, e alla stessa
            che “politici e qualche funzionario di polizia” interveni-  stregua tutte le sedi istituzionali del capoluogo parte-
            vano a sostegno di persone interessate nelle “camerille  nopeo erano considerate di maggior pregio e più am-
            locali”. Per il capo del governo di allora fu un invito a  bite di quelle del capoluogo dell’antica Terra di Lavoro.



            34 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IV
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