Page 72 - Notiziario 2019-3
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CRONACHE DI IERI







                I latitanti si divisero


                 in due gruppi, uno                                 Comandante l’Arma in quel circondario e col Maresciallo

                                                                    d’alloggio  Cav.  Bergia,  lì  destinato  al  comando  della
                     capeggiato dal                                 Stazione di Atessa, appunto per dare la caccia ai fuggiaschi”.

                                                                    A Loro, il manutengolo spifferò i luogo ove i latitanti
             famigerato Giuseppe                                    erano soliti pernottare ovvero presso la masseria “Le
                                                                    Seze”. Le rivelazioni del Baratucci furono vagliate con
                                                                    attenzione.  Accertata  la  veridicità  fu  predisposto  il
              Delle Donne e l’altro                                 piano  d’azione.  A  testimonianza  di  quanto  fosse

                                                                    delicata l’operazione, nei giorni successivi si recarono
                         dal temuto                                 a San Buono, lo stesso Sottoprefetto, il Luogotenente
                                                                    Tommaso Turina, nonostante da più di una settimana
                                                                    obbligato a letto per febbre, il Maresciallo Chiaffredo
                    Gaetano Manzo                                   Bergia,  il  Brigadiere  Crescini  con  otto  Carabinieri

                                                                    (Martino Corral, Giuseppe Umiltà, Giovanni Verdelli,
                                                                    Raffaele Carriero, Rocco Sanzano, Biagio Parlatore,


            programma il piano di fuga.
                                                                                               GIUSEPPE DELLE DONNE
            Per il rintraccio dei fuggitivi il comando della Legione
            di Bari instituì una “Brigata Mobile”. Il comando del
            reparto fu affidato al Brigadiere Angelo Crescini.
            Il Sottufficiale iniziò a perlustrare attentamente l’intero
            territorio  del  circondario  di Vasto  per  oltre  quattro
            mesi.  Dei  latitanti,  però,  nessuna  traccia.  I  quattro
            evasi capeggiati dal Delle Donne, per non destare so-
            spetti, si muovevano con cautela appoggiandosi alla
            fitta rete di connivenze. Ciò consentì loro d'instaurare
            rapporti con “antichi manutengoli”. Uno di essi tal Giu-
            seppe Baratucci di Guilmi (Vasto), definito nelle re-
            lazioni della Brigata come un “pessimo soggetto”, dietro
            compenso di ottocentocinquanta lire, si era impegnato
            a offrire quale rifugio sicuro una masseria ubicata in
            località  “Le Seze, tenimento di Roccaspinalveti (Vasto)”
            nei pressi di San Buono. I latitanti, però, non avevano
            fatto  i  conti  con  la  determinazione  del  Brigadiere
            Crescini. Questi iniziò a sottoporre ogni sospettato al
            più stretto controllo. Lo stesso Baratucci fu fatto pe-
            dinare giorno e notte. Quest’ultimo, temendo di essere
            scoperto e allettato dalla prospettiva di guadagnare il
            premio previsto per ogni latitante, prese contatti con
            il  “Sottoprefetto  di  Vasto,  il  Luogotenente  Cav. Turina,



            72 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IV
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