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CRONACHE DI IERI
Il Comandante della
Stazione di Sordevolo comperato per 5 lire dal becchino del camposanto […] – e
aveva raccolto le voci con ironia: – Ora così i nostri buoni credenti di Graglia
penseranno con sollievo che le ossa dei loro poveri morti con-
che correvano di tinueranno indisturbate a riposare nella fossa comune, in
attesa che il suono della celeste tromba li chiami al giudizio
divino e non certamente agli applausi od ai fischi di un
bocca in bocca pubblico in festa».
Era evidente che la vicenda, per la sua natura, non
secondo le quali il poteva non suscitare un certo umorismo, maggiormente
diffuso grazie al sensazionalismo con il quale era stata
riportata da alcuni mezzi d’informazione. La Bollente,
capocomico si era un periodico di carattere politico e letterario della città
e del circondario di Acqui, il 5 gennaio 1911, pubblicò
procurato dei teschi un’intera novella a firma di tale Argow, dal titolo appunto
“Amleto”, nella quale si offriva ai lettori una versione ro-
manzata della vicenda. Ma il racconto, declinato in
umani veri, prelevati prima persona e con una dovizia di particolari molto
precisi, lasciava (e lascia) immaginare che dietro quello
dal cimitero del paese pseudonimo potesse celarsi proprio il capocomico o
forse qualcuno così vicino al Buonvino da raccogliere le
notizie, plasmarle e confezionarle in un pezzo in cui si
raccontava “vaporosamente” delle vicissitudini del capo
Cosicché il Buonvino e il Maia, pensando ognuno di e della compagnia teatrale in trasferta, di maliziose
aver fatto un buon affare, si ritrovarono denunciati a intese fra il capocomico e una donna del pubblico, del
piede libero e a doversi difendere in tribunale dall’accusa ripiego di questi a procurarsi dei teschi veri poiché
del reato previsto e punito dall’art. 144 del codice penale, erano introvabili quelli finti, e dei Carabinieri balzati
ovvero atti di vilipendio su cadavere. sulla scena del teatro, nello stupore generale di attori e
La notizia non poteva non essere oggetto di attenzione spettatori, interrompendo di fatto la rappresentazione
da parte della stampa e già dal 24 seguente i vari teatrale per sequestrare i famigerati teschi. Inoltre dalle
giornali biellesi, come quelli nazionali e fra questi La parole dell’autore: «Il mio difensore dimostrò al magistrato
Stampa di Torino e il Corriere della Sera di Milano, ri- che io non avevo voluto offendere il culto, bensì sacerdote
portarono la notizia dell’azione di polizia che aveva dell’arte, procurare un nobilissimo godimento intellettuale
fatto saltare al Principe di Danimarca l’appuntamento alle folle. Del resto non fu bene accertato chi fosse l’autore
col pubblico. La Tribuna biellese, sul numero in uscita il materiale della profanazione, poiché il becchino del camposanto,
giorno di Natale (era domenica), scrisse: «Lunedì prossimo imputato egli pure di tal reato, non osando smentire le mie
[26 per l’appunto, ndr] andrà in scena al nostro Comunale negative, dichiarò all’udienza che non aveva conosciuto i
il dramma “Amleto, Principe di Danimarca”. La rappre- due individui che si erano presentati a lui quella sera. Il mio
sentazione di tale lavoro era da tempo molto attesa poiché si difensore chiuse la sua arringa con una ispirata perorazione
sapeva che durante l’esecuzione dovevano essere esumati due che fece piangere la bionda moglie del droghiere venuta essa
teschi umani che, si diceva, il capocomico Buonvino avesse pure all’udienza [era la donna invaghitasi dell’artista?].
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IV 67