Page 67 - Notiziario 2019-3
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CRONACHE DI IERI





               Il Comandante della


             Stazione di Sordevolo                                  comperato per 5 lire dal becchino del camposanto […] – e



              aveva raccolto le voci                                con ironia: – Ora così i nostri buoni credenti di Graglia
                                                                    penseranno con sollievo che le ossa dei loro poveri morti con-
                   che correvano di                                 tinueranno indisturbate a riposare nella fossa comune, in
                                                                    attesa che il suono della celeste tromba li chiami al giudizio
                                                                    divino e non certamente agli applausi od ai fischi di un
                     bocca in bocca                                 pubblico in festa».
                                                                    Era  evidente  che  la  vicenda,  per  la  sua  natura,  non
                  secondo le quali il                               poteva non suscitare un certo umorismo, maggiormente
                                                                    diffuso grazie al sensazionalismo con il quale era stata
                                                                    riportata da alcuni mezzi d’informazione. La Bollente,
                  capocomico si era                                 un periodico di carattere politico e letterario della città

                                                                    e del circondario di Acqui, il 5 gennaio 1911, pubblicò
                procurato dei teschi                                un’intera novella a firma di tale Argow, dal titolo appunto
                                                                    “Amleto”, nella quale si offriva ai lettori una versione ro-
                                                                    manzata  della  vicenda.  Ma  il  racconto,  declinato  in
               umani veri, prelevati                                prima persona e con una dovizia di particolari molto

                                                                    precisi, lasciava (e lascia) immaginare che dietro quello
             dal cimitero del paese                                 pseudonimo  potesse  celarsi  proprio  il  capocomico  o
                                                                    forse qualcuno così vicino al Buonvino da raccogliere le
                                                                    notizie, plasmarle e confezionarle in un pezzo in cui si
                                                                    raccontava “vaporosamente” delle vicissitudini del capo
            Cosicché il Buonvino e il Maia, pensando ognuno di      e  della  compagnia  teatrale  in  trasferta,  di  maliziose
            aver  fatto  un  buon  affare,  si  ritrovarono  denunciati  a  intese fra il capocomico e una donna del pubblico, del
            piede libero e a doversi difendere in tribunale dall’accusa  ripiego  di  questi  a  procurarsi  dei  teschi  veri  poiché
            del reato previsto e punito dall’art. 144 del codice penale,  erano introvabili quelli finti, e dei Carabinieri balzati
            ovvero atti di vilipendio su cadavere.                  sulla scena del teatro, nello stupore generale di attori e
            La notizia non poteva non essere oggetto di attenzione  spettatori, interrompendo di fatto la rappresentazione
            da  parte  della  stampa  e  già  dal  24  seguente  i  vari  teatrale per sequestrare i famigerati teschi. Inoltre dalle
            giornali biellesi, come quelli nazionali e fra questi La  parole dell’autore: «Il mio difensore dimostrò al magistrato
            Stampa di Torino e il Corriere della Sera di Milano, ri-  che io non avevo voluto offendere il culto, bensì sacerdote
            portarono  la  notizia  dell’azione  di  polizia  che  aveva  dell’arte, procurare un nobilissimo godimento intellettuale
            fatto saltare al Principe di Danimarca l’appuntamento   alle folle. Del resto non fu bene accertato chi fosse l’autore
            col pubblico. La Tribuna biellese, sul numero in uscita il  materiale della profanazione, poiché il becchino del camposanto,
            giorno di Natale (era domenica), scrisse: «Lunedì prossimo  imputato egli pure di tal reato, non osando smentire le mie
            [26 per l’appunto, ndr] andrà in scena al nostro Comunale  negative, dichiarò all’udienza che non aveva conosciuto i
            il dramma “Amleto, Principe di Danimarca”. La rappre-   due individui che si erano presentati a lui quella sera. Il mio
            sentazione di tale lavoro era da tempo molto attesa poiché si  difensore chiuse la sua arringa con una ispirata perorazione
            sapeva che durante l’esecuzione dovevano essere esumati due  che fece piangere la bionda moglie del droghiere venuta essa
            teschi umani che, si diceva, il capocomico Buonvino avesse  pure all’udienza [era la donna invaghitasi dell’artista?].



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IV  67
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