Page 70 - Notiziario 2019-3
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CRONACHE DI IERI


                   FUGA DAL









                       CARCERE








                 CENTRALE













                                                      di GIOVANNI SALIERNO



                     l mattino del 7 novembre 1871, tra ricostru-   e salernitano. La fuga rappresentò un colpo al cuore
                     zioni rocambolesche e cronache enfatizzate,    all’efficienza del sistema di sicurezza degli istituti di
                     si diffuse in tutto il Regno la notizia della  pena  e  al  prestigio  di  tutto  l’apparato  del  nuovo
                     fuga dal carcere centrale di Chieti (parago-   Regno. Tanto più che l’evento si verificò in un luogo
                     nabile  ai  supercarceri  voluti  dal  Generale  dove era ancora forte il sentimento verso i precedenti
            ICarlo Alberto Dalla Chiesa durante la lotta            regnanti (dinastia borbonica). Non solo. La eco del-
            al terrorismo) di otto pericolosi detenuti. All’appello  l’evasione varcò i confini del Regno, colpendo l’opinione
            mancavano: Giuseppe Delle Donne, da Montenero           pubblica d’oltralpe. Alcuni degli evasi erano noti per
            (Campobasso); Domenico Colaneri, da Castelfrentano      aver commesso reati a danno di cittadini stranieri.
            (Lanciano); Luigi Berardi, da Guilmi (Vasto); Nicola    Per le forze di polizia la latitanza dei fuggitivi rap-
            D’Angelo, da Farindola (Pescara); Giovanni Presutti,    presentava un affronto. Un’onta cui porre rimedio al
            da  Tocco  Casauria  (Chieti);  Andrea  De  Angelis,    più presto. A rendere ancora più indigesta la situazione
            Gaetano Manzo “di Marcello” e Gaetano Manzo “di         sopraggiunsero i risultati delle prime indagini. L’eva-
            Luigi”, nativi di Acerno (Salerno). Tutti condannati    sione era stata orchestrata da tempo con la complicità
            alla  pena  di  morte  o  ai  lavori  forzati  a  vita.  Tutti  di  simpatizzanti  borbonici,  briganti  in  libertà  e
            nomi che solo a sentirli pronunciare lasciavano insonni  familiari dei detenuti che avevano corrotto funzionari
            sindaci,  comunità,  intere  città  e  le  stesse  forze  e secondini. Si scoprirà che Gaetano Manzo, già de-
            dell’ordine. Guadagnata la libertà, gli evasi al fine di  tenuto  nel  carcere  di  Pescara,  con  una  lettera  ai
            far perdere le proprie tracce si divisero in due gruppi.  familiari aveva fatto intendere che di lì a poco sarebbe
            I primi quattro, capeggiati dal famigerato Giuseppe     fuggito. La missiva era stata inviata per essere inter-
            Delle Donne, si dileguarono tra le colline del circon-  cettata.  Gli  operatori  della  casa  di  pena  di  Pescara
            dario di Vasto. Gli altri, guidati da Gaetano Manzo,    ignari della trappola decisero di trasferire il detenuto
            di Luigi, penetrarono a sud nell’entroterra avellinese  presso il supercarcere di Chieti ove realmente era in




            70 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IV
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