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CRONACHE DI IERI
Crescini penetrarono all’interno dello stabile e arre-
starono i quattro malviventi sequestrando le altre armi
in loro possesso. I malfattori, ferri ai polsi, furono
tradotti nel carcere di Pescara e posti a disposizione
del Giudice Istruttore di Chieti. L’arresto dei primi
quattro latitanti fu accolto con un sospiro di sollievo
da più parti. Emblematiche le parole del Comandante
della Legione di Bari rivolte al Signor Comandante
Generale dell’Arma: “Questo segnalato servizio ha ridonato
la tranquillità e la sicurezza nelle provincie degli Abbruzzi
e segnatamente nei circondari di Vasto e Larino dove quei
malviventi avevano già seminato sgomento e terrore ricor-
IL MARESCIALLO dando le stragi da essi compiute. Il sottoscritto è pertanto
CHIAFFREDO BERGIA
lieto di annunziare i risultati ottenuti e si farà doverosa
premura di proporre una speciale ricompensa onorifica al
Filippo Pelicoro, Paolo Casola) e un drappello di I primi quattro banditi
diciotto militari del 26° Reggimento Fanteria comandato
dal sergente Giuseppe Lamagni. L’intera colonna, alle
quindici dell’8 marzo 1872, mosse da San Buono per trovarono riparo
raggiungere l’obiettivo. All’imbrunire di quella stessa
giornata lo schieramento aveva circondato la masseria. in una masseria ove
Scattò, quindi, l’operazione. Con un guizzo improvviso
il Maresciallo Bergia e il Brigadiere Crescini si
portarono a ridosso della porta d’ingresso. Con una furono scoperti
spranga di legno bloccarono la maniglia precludendo
ogni via di fuga ai briganti barricati all’interno. Da e catturati dal
più parti si alzarono grida d’invito alla resa. Dall’interno
della cascina, però, nessun sibilo fuorusciva. La
situazione rischiava di precipitare nello scontro a MarescialloBergia
fuoco da un momento all’altro. Ormai sera. Occorreva
un’azione risolutiva. Un’idea brillante che avesse sbloc- e dai Carabinieri
cato la situazione di stallo. All’improvviso, mentre il
Crescini rimaneva di guardia alla porta, il Bergia, si della Brigata Mobile
portò sul retro e ordinò di praticare un foro tra il tetto
e il muro della cascina. Attraverso la feritoia era
possibile far fuoco all’interno senza essere colpiti. A appositamente
questo punto i briganti, non avendo scampo, decisero
di arrendersi e dal foro consegnarono al Bergia quattro costituita
fucili e una pistola. Ottenuta la resa il Bergia e il
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IV 73