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CRONACHE DI IERI





                                                                           Nicola D’Angelo


                                                                       venne arrestato dai

            valor  militare  per  i  due  sottufficiali  Bergia  e  Crescini  i
            quali nel conseguire questa operazione maggiormente si di-     Carabinieri della
            stinsero”.
            Alla  cattura  mancavano:  Nicola  D’Angelo  (di  lì  a
            poco arrestato dall’Arma del Circondario di Penne);         Stazione di Penne.
            Giovanni Presutti e i cugini Manzo.
            1866 si era reso responsabile di alcuni efferati crimini Gli ultimi tre latitanti
            Gaetano Manzo, di Luigi, da Acerno, tra il 1863 e il


            dapprima insieme alla banda Ciardullo e successiva-
            mente con una che portava il suo cognome. In pochi                   ripararono
            mesi  era  diventato  il  più  temibile  sequestratore  del
            tempo. Celebri risultarono i sequestri a scopo di estor-          nell’avellinese
            sione di alcuni cittadini inglesi e svizzeri. La reazione
            delle  forze  governative  era  stata  energica.  In  pochi
            anni, la banda era stata sgominata e il capo costretto a        e ricostituirono
            costituirsi per evitare la pena di morte. Al termine del
            processo  il  Manzo  era  stato  condannato  ai  lavori        la Banda Manzo
            forzati a vita. Dopo la clamorosa evasione da Chieti

                                                                    riuscì a ricomporre la banda che constava di più di
                                                                    dieci  elementi  compresi  gli  altri  due  evasi.  Per  la
                                                                    cattura fu posta l’enorme taglia di ventimila lire e im-
                                                                    piegate  ingenti  forze  militari  guidate  prima  dal
                                                                    Maggiore dei Carabinieri Conte di Sant’Elena e poi
                                                                    dal Generale Emilio Pallavicini. Dei latitanti e dell’intera
                                                                    banda, però, nessuna traccia.
                                                                    Alla fine dell’estate del 1873 avvenne la svolta. Tale
                                                                    Filippo  La  Cecilia  di  Sturno,  sino  ad  allora  fidato
                                                                    manutengolo del Manzo, allettato dal premio offerto
                                                                    dal governo piemontese si costituì e iniziò a collaborare
                                                                    con  la  giustizia.  Durante  una  deposizione  avanti  al
                                                                    Prefetto  di  Avellino,  Commendatore  Casallis,  il  La
                                                                    Cecilia riferì che la banda Manzo la notte del diciannove
                                                                    agosto 1873 avrebbe occupato la cascina “Migliano” in
                                                                    “tenimento” di Frigento. Il Prefetto informò subito il
                                                                    Tenente dei Carabinieri Virginio Pecchioli impegnato
                                                                    nelle ricerche in quel tenimento. Immediatamente fu
                                                                    predisposta l’operazione. Per l’irruzione nella cascina
                                                                    e la cattura dei malviventi fu predisposto un nucleo
                                             GAETANO MANZO
                                                                    composto da sessanta carabinieri affiancati da trenta



            74 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IV
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