Page 83 - Notiziario 2018-5
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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA















































                                               IN ALTO, FUCILE STEYR-MANNLICHER MOD. 1895,
                                              SOTTO, FUCILE CARCANO-MANNLICHER MOD. 1891

            svincolava ruotando la culatta ed espelleva il bossolo  m/s all’uscita della canna del fucile e pesava 244 “grani”
            sparato. La consecutiva spinta in avanti “camerava” il  (16  grammi).  Lo  stesso  munizionamento  era  usato
            colpo  successivo  e  armava  il  percussore.  Il  semplice  anche per la temibile mitragliatrice Schwarzlose.
            utilizzo permetteva così un rapido tiro (calcolato in un  Alcuni esemplari dello Steyr-Mannlicher erano dati in
            colpo  al  secondo),  ma  il  sistema,  anche  se  molto  mano  ai  “cecchini”  e  agli  Jager  Austro-Ungarici.  I
            affidabile, era costituito da numerose parti, presentando  tiratori appostati nelle trincee avevano a disposizione
            l’inconveniente dell’inceppamento e della rottura. Di   una  specie  di  cavalletto  a  morsa  con  alzo  e  deriva
            questo meccanismo  il pezzo più soggetto a “fratture”   regolabili che permetteva di tenere il fucile stabile per
            era l’estrattore.                                       un tiro mirato e veniva utilizzato per lo più su tiri fissi
            Il militare così era costretto ad una attenta pulizia e ad  o  preparati,  cioè  impiegati  verso  fessure  o  spazi  dei
            una conservazione del meccanismo molto oculata. Tra     camminamenti  e  trincee  italiane  (anche  gli  italiani
            i  fanti  italiani  era  conosciuto  con  il  soprannome  di  avevano in uso un simile cavalletto). Il termine “cecchino”,
            “Ta-Pum”, riproduzione onomatopeica del rumore che      da “Checco Beppe”, nomignolo attribuito dagli italiani
            faceva la munizione 8x50R Mannlicher: i soldati sentivano  all’imperatore  Francesco  Giuseppe  I  già  dalle  guerre
            impattare la pallottola sui sacchi o sui cumuli di terra  unitarie, nacque proprio nel corso della Grande Guerra,
            (“ta”)  e  solo  successivamente  ne  udivano  lo  scoppio  coniato dai fanti italiani per indicare i tiratori scelti au-
            della partenza (“pum”).                                 stro-ungarici.
            La  carica  di  lancio  della  cartuccia  era  costituita  da  Il Carcano Mannlicher mod.1891, noto più semplice-
            polvere  totalmente  infume,  l’ogiva  raggiungeva  i  620  mente come “mod. 91”, fu adottato come arma individuale



                                                                      NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO III  83
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