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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA
dismissione di una fornitura francese e vendute agli presentavano nelle loro principali differenze, in particolar
italiani. Comparvero anche le “norme per l’uso del fucile modo per ciò che concerne il munizionamento e il
mod.91 munito di cannocchiale di puntamento tipo Scheibler”, sistema di otturatori, le loro peculiarità o i propri limiti.
che contemplavano, ad esempio, tra i compiti del Per quanto riguarda il munizionamento, la differenza
fuciliere, quello di colpire i comandanti o gli osservatori di calibro e la capacità del pacchetto caricatore, 5 colpi
di artiglieria. Era possibile riconoscere gli specialisti per l’austriaco e 6 per l’italiano, ha sicuramente giocato
del tiro da un distintivo in panno e filo nero/grigioverde, a favore del mod. 91. Anche un solo colpo in più in
raffigurante un fucile, cucito per obliquo sulla giacca a guerra poteva essere determinante.
metà tra gomito e spalla. Per la “qualifica” veniva La differenza dei sistemi di otturatori, straight pull
rilasciato un attestato di conferimento e bisognava action ( avanti e in dietro ) o bolt action ( giro-scorrevole)
mantenere l’abilitazione nel tempo. contrapponeva invece un sistema dalla spiccata praticità
Le ottiche impiegate venivano posizionate disallineate di caricamento ma esposto ad elevato rischio di in-
dalla canna perché il caricamento del pacchetto verticale ceppamento e rottura ad uno che necessitava di qualche
e la rotazione dell’otturatore, ne impediva la sovrappo- frazione di secondo in più per l’attivazione ma che
sizione in linea e quindi, tramite una modifica del garantiva una buona tenuta nella cadenza di tiro,
castello, erano leggermente spostate verso sinistra. qualità questa molto importante per un fucile di pre-
Questa sistemazione può sembrare un adattamento cisione tant’è che il bolt-action è un sistema che
“alla buona” ma, in realtà, la posizione delle lenti per- possiamo trovare ancora oggi sui moderni fucili da ti-
metteva all’operatore di traguardare bersagli più vicini ratore scelto.
dai congegni di mira del fucile stesso escludendo l’ottica In verità anche la maneggevolezza complessiva, l’in-
senza doverla smontare. Fu una precisa scelta tattica: lo gombro e la facilità di manutenzione erano qualità ad
prova la progettazione di un serbatoio con caricamento appannaggio del modello 91.
dal basso (mai messo in circolo) che avrebbe inibito Al termine della guerra si provò a migliorare il muni-
l’uso dei congegni di mira istintivi del fucile e permesso zionamento del fucile italiano, non perché fosse inade-
l’allineamento della diottra. guato ma per rendere la palla più perforante e aumentare
Successivamente furono fabbricate anche ottiche italiane: il peso dell’impatto. Cercando di ingrandire leggermente
le “Filotecniche” prodotte a Milano o le meno diffuse il calibro senza diminuire il numero delle cartucce di
ottiche Salmoiraghi. un pacchetto, si iniziò a ricamerare le armi degli arsenali.
La canna del mod.91 era costruita in acciaio al crogiolo Il progetto non fu portato a termine per lo scoppio
e quelle che nei collaudi risultavano più performanti ed della Seconda guerra mondiale e i fucili già modificati
affidabili erano assegnate a unità impiegate in servizi (soprattutto i nuovi moschetti) vennero indirizzati al
di tiro di precisione venendo punzonate con un simbolo servizio interno del confine nazionale. Presso il Museo
raffigurante due fucili incrociati e un bersaglio stilizzati Storico dell’Arma dei Carabinieri sono presenti e con-
o solo un bersaglio e chiamati “fucili di esattezza”. servati diversi esemplari di fucili che sono stati impiegati
Completava la fornitura del fucile una baionetta in in questo tipo di servizio. Oltre agli armamenti francesi
acciaio lunga 30 cm con un solo filo e un controfilo se- inglesi e tedeschi, fanno bella mostra di se, immobili a
parati da un grande sguscio. Nel manico è presente un ricordo di un passato centenario, i due fucili sopra
meccanismo a molla e una scanalatura a “T” per l’innesto descritti in uno stato di conservazione eccellente e fun-
e il serraggio meccanico alla braga del fucile. zionanti in tutte le loro parti meccaniche.
In sostanza entrambi i fucili erano validissime armi ma Daniele Mancinelli
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO III 85