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CARABINIERI DA RICORDARE
di GIANMICHELE ALVETI
munque intervenire. E lo fece personalmente, ac- di un vicino condominio di abitazioni civili, raggiunse
compagnato da due giovani Carabinieri: Eugenio l’entrata di servizio. Fermatosi dietro la porta, in
Glavina e Felice Maggio. Arrivato sul posto, il sot- prossimità delle scale, ordinò al Maggio di posizio-
tufficiale si rese subito conto di quello che stava narsi alle sue spalle, per intervenire in caso di emer-
accadendo. genza e al Glavina di prendere posto sul pianerottolo
Nessun errore, nessuna anomalia dell’impianto di soprastante. I malviventi erano in trappola. Qualcosa
sorveglianza; nei locali della banca questa volta si però impedì ai militari di entrare in azione. Due dei
stava davvero consumando una rapina. Quattro malfattori, infatti, avevano preso in ostaggio altret-
malviventi, tutti armati di pistola e con i volti tanti impiegati e con i loro corpi si stavano facendo
coperti da passamontagna, avevano fatto irruzione scudo per garantirsi la fuga.
un attimo prima della chiusura degli sportelli, Il Brigadiere non poteva fare ricorso alle armi. A
avevano minacciato e malmenato il direttore e i nulla valse il tentativo di negoziare per dissuadere i
cassieri e ora, con un bottino di quasi 15.000.000 rapinatori dal loro intento. Senza esitare, con
di lire, stavano per darsi alla fuga. La porta principale inaudita ferocia, essi aprirono il fuoco.
della banca era stata sbarrata. Di Maria non si Colpito da due proiettili, il Di Maria lasciò cadere
perse d’animo perché, nonostante i pochi mesi tra- il mitra e si portò le mani al petto trafitto. Poi,
scorsi alla guida della Stazione, conosceva già molto come in un ultimo disperato tentativo di aggrapparsi
bene il suo territorio e sapeva dell’esistenza di un alla vita, si resse alla ringhiera delle scale. Un attimo
ingresso secondario. Così, passando dalla scala “C” dopo, cadde a terra esanime. Al Carabiniere Maggio,
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO II 89