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PAGINE DI STORIA

                 FRONTESPIZIO DEL RAPPORTO REDATTO              nuova “macabra” e violenta politica criminale dei
                         DAL VICEBRIGADIERE VIGNALI             Corleonesi.
                                                                Dallo studio del rapporto emerge, come la mafia
fra i Leggiani e i Navarriani, scoppiata a seguito              abbia approfittato, per la sua ramificazione nella so-
dell’uccisione di Don Michele Navarra ad opera di               cietà in tutte le sue classi, del precario contesto poli-
Liggio e dei suoi gregari (2 agosto 1958). Viene rac-           tico-economico-sociale cui versava la quasi totalità
contata, inoltre, la fuga dei perdenti in America,              della popolazione dell’isola dal 1861 alla fine del se-
come se fosse un’anticipazione, a distanza di tren-             condo conflitto mondiale. Da qui una conferma im-
t’anni, della conclusione della seconda guerra di               portante di uno dei concetti che sono alla base della
mafia degli anni Ottanta la c.d. “mattanza”, che con-           conoscenza della fenomenologia mafiosa: dove c’è
terà, alla fine, oltre mille morti, posta in essere dai         disagio sociale c’è mafia. Nella relazione si evidenzia,
Corleonesi di Totò Riina, Bernardo Provenzano,                  però, anche l’altra caratteristica che ha reso la mafia
Leoluca Bagarella ed altri adepti contro la fazione             una potenza criminale, ovvero quella di scendere a
opposta rappresentata dai boss Stefano Bontate, Sal-            patti con chiunque le possa recare vantaggio, fino ad
vatore Inzerillo, Gaetano Badalamenti ed altri sodali,          arrivare alle collusioni con la politica e il mondo im-
esplosa con l’intento di spazzare via la vecchia strut-         prenditoriale. Da qui discende la seconda regola fon-
tura criminale di cosa nostra, per imporre così, la             damentale della mafia: dove c’è business c’è mafia.
                                                                Questo rapporto contribuisce a capire il perchè la
                                                                mafia dopo oltre 150 anni risulta essere un feno-
                                                                meno che opprime la popolazione di vasti territori
                                                                del nostro Paese, ed è il principale responsabile del
                                                                degrado di vastissime zone del nostro territorio, con
                                                                ripercussioni gravissime sulla nostra economia, tanto
                                                                che il Presidente della Repubblica, Prof. Sergio Mat-
                                                                tarella, nel suo discorso di insediamento tenuto al
                                                                Parlamento in seduta comune nel febbraio 2015,
                                                                non ha esitato a definire il fenomeno mafioso un
                                                                cancro pervasivo, che distrugge le speranze, impone
                                                                giuochi e sopraffazioni, calpesta i diritti.
                                                                Non possiamo e dobbiamo dimenticarci infatti che
                                                                la mafia non è solo commissione di stragi, traffico
                                                                di stupefacenti e di armi, estorsioni ed usura, appalti
                                                                truccati, traffico illecito di rifiuti ed altri reati ricon-
                                                                ducibili all’universo criminale mafioso, tutte con-
                                                                dotte perpetrate con inaudita ferocia e macabra
                                                                violenza, ma è anche la perdita del diritto di libertà
                                                                e di dignità di ogni uomo, libertà e dignità che rap-
                                                                presentano due principi scolpiti nel nostro dettato
                                                                costituzionale, espressione di una democrazia com-
                                                                piuta. Inoltre, la lotta alle mafie, come oggi sottoli-

86 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO II
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