Page 8 - Forestale N. 63 luglio - agosto 2011
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AREE PROTETTE / Montefalcone













          IL BOSCO DEI FALCONI
          IL BOSCO DEI FALCONI
















          C’è una riserva in Toscana dove da sempre si
          studia e si sperimenta.
          Una vocazione che non è stata mai abbandonata

          di Gabriele Salari



               ra le riserve gestite dall’Ufficio territoriale  compaiono nel nome del bosco, esistono ora delle
               per la biodiversità di Lucca ce n’è una che,  voliere che ospitano rapaci e pappagalli sequestra-
               pur avendo nel toponimo la parola    ti dal Servizio Cites e si sta valutando l’ipotesi di
          T “monte”, è di pianura e si trova a Mon-  realizzare un centro di prima accoglienza Cites
          tefalcone, in provincia di Pisa.          insieme al ministero dell’Ambiente.
          Pur se non andiamo oltre i 100 metri di altitudi-  Il territorio della riserva è abbastanza ondulato e
          ne, l’area protetta si trova in una zona più elevata  possiamo osservare quindi pianori e impluvi
          che domina la valle sottostante, nelle colline delle  (chiamati qui “vallini”), per cui girarla a cavallo o
          Cerbaie e rappresenta il polmone verde di un ter-  in mountain bike è piuttosto piacevole.
          ritorio fortemente antropizzato, contrassegnato  Impiegando quest’ultima per una ricognizione al
          da numerose concerie. Cinquecento ettari di  tramonto la sorpresa è arrivata già alla seconda
          boschi, già riserva di caccia e a lungo azienda di  curva a destra: un bell’esemplare di capriolo
          produzione della selvaggina, che un tempo ospi-  intento a brucare l’erba indisturbato.
          tava migliaia di animali. L’allora Azienda di Stato  Ci sono 5 laghetti utilizzati anche come bacini
          per le foreste demaniali usava infatti la riserva per  antincendio che sono ormai diventati degli auto-
          allevare animali destinati a ripopolamento e rein-  grill per l’avifauna di passo. L’acqua qui non è
          troduzioni in zone degradate o in cui le presenze  mai mancata e, prima che venisse istituita la riser-
          faunistiche si erano molto diradate. Starne, perni-  va statale, le fontane presenti erano usate come
          ci e fagiani ma anche daini, cervi e caprioli.  lavatoi dagli abitanti delle case vicine.
          Oggi non ci sono più branchi e branchi di ungu-  Rimane anche un curioso manufatto del XIX
          lati ma sono rimasti i recinti a ricordo dell’antico  secolo, immerso nella vegetazione, la “burraia”.
          utilizzo della riserva. Quanto ai “falconi” che pure  In questa struttura di mattoni si conservava il


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