Page 4 - Forestale N. 63 luglio - agosto 2011
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INCONTRI/ Il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali


          IL MINISTRO





                                    DELLE FORESTE





                  “Credo che il Corpo forestale vada
             valorizzato per lo straordinario lavoro

           che fa e per le competenze indiscutibili
                                      del suo personale”

                a pochi mesi alla guida del dicastero di via XX Settembre,
                il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali,
                Saverio Romano, arriva in un momento particolarmente
          D caldo, sia per l’emergenza incendi che per l’intesa attività di
          polizia ambientale portata avanti dalla Forestale in questo periodo.
          Tra quattro mesi si chiude poi l’Anno internazionale delle foreste,
          un’occasione per dimostrare ancora una volta l’impegno dell’Italia                  © Mipaaf
          su questo fronte.

          Come si sente a ricoprire un ruolo che fu di Cavour, primo ministro dell’agricoltura del nostro
          Paese, proprio quest’anno che ricorrono i 150 anni dell’Unità d’Italia?
          È per me un grande onore e sono convinto che si debba fare dell’unità una grande occasione, non solo
          simbolica per l’agricoltura italiana. Il nostro paese ha bisogno di avere una voce unica nel perseguimen-
          to delle sue politiche agricole. Per questo ho chiesto a tutti gli attori del settore di fare uno sforzo di unità:
          prima di pensare alla riforma della Pac (Politica agricola comune) dobbiamo lavorare a una politica agri-
          cola comune italiana. Solo così possiamo riuscire a portare avanti le nostre istanze in Europa.

          Appena insediatosi lei ha sottolineato l’importanza dell’Europa, pensa che l’Italia debba esse-
          re più presente a Bruxelles, come intende agire in quella sede? È impegnato nella battaglia
          per l’etichettatura dei prodotti in questo momento?
          Certo che dobbiamo essere presenti a Bruxelles. Innanzitutto perché in questi mesi è in gioco la rifor-
          ma della Pac da cui dipende parte rilevante del futuro dell’agroalimentare italiano e in secondo luogo
          perché non credo che esista una materia altrettanto “europeizzata”. La nostra è un’agricoltura che ha
          puntato molto sulla qualità dei suoi prodotti e che non può che proseguire per questa strada.
          L’etichettatura in questo senso è una grande occasione. Per garantire la tutela della nostra produzio-
          ne, sono pronto anche ad affrontare un’azione di censura da parte dell’Unione Europea ma dobbiamo
          condurre in porto in tempi brevi la legge su tracciabilità ed etichettatura. Serve un’azione politica forte
          per difendere il nostro comparto agricolo, non c’è nessun intento protezioni-
          stico, ma solo la volontà di far rispettare un insieme di regole che non
          devono valere solo per i nostri agricoltori ma anche per quelli degli altri
          paesi. Dobbiamo puntare sulla qualità e sulla tracciabilità
          superando le resistenze dei paesi trasforma-
          tori.
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