Page 2 - Forestale N. 63 luglio - agosto 2011
P. 2

EDITORIALE



          La marcia delle foreste


               li alberi affondano le proprie radici nel vecchio continente. Dilagano un po’ ovunque. Se la
               deforestazione a livello mondiale aumenta con una perdita annua di 13 milioni di ettari, in
          G Europa i boschi crescono ad un ritmo, già iniziato negli anni ’70, di 700 mila ettari l’anno.
          Complessivamente un miliardo di ettari di bosco pari al 24 per cento della superficie forestale
          mondiale e al 44 per cento della superficie continentale. Africa e America del Sud hanno invece
          i tassi di deforestazione più alta compensati dall’Asia dove, grazie soprattutto agli imboschimen-
          ti cinesi, si registra un incremento di 2,2 milioni l’anno di ettari. Anche l’Italia con l’aumento di
          2 milioni di ettari di boschi negli ultimi 20 anni si ricopre di un prezioso manto verde, sotto il
          quale prolifera la biodiversità, si previene il dissesto idrogeologico, e crescono una serie di altri
          servizi ecosistemici di incomparabile valore tra i quali la produzione di ossigeno e la termorego-
          lazione, nonché lo stoccaggio dell’anidride carbonica causa del nefasto effetto serra, la cura del
          paesaggio e lo sviluppo turistico. Ci sono ormai paesi di montagna e di media collina assediati dal
          dolce afflato verde. Sempre più numerosi i borghi e le cittadine dove le fronde degli alberi acca-
          rezzano ormai le case e dove questa coesistenza comincia a farsi sentire anche in termini
          problematici.
          Le chiome ombrose prendono il posto di pascoli e campi coltivati. Gli animali selvatici tornano
          numerosi in luoghi dove mancavano da secoli. L’Europa, patria della rivoluzione industriale e del
          modernismo si ritrova improvvisamente a fare i conti con qualcosa dal sapore antico e perduto:
          una questione forestale. Così, accanto alla green economy, legata al tanto citato sviluppo sostenibi-
          le, si dovrà pensare anche ad una green policy o meglio ad una forest policy nel senso che le riflessioni
          e le scelte politiche generali e locali dovranno tenere conto necessariamente di questo dato di
          fatto incontrovertibile, inquadrando la gestione e l’economia forestale in un’ottica adeguata ai
          tempi.
          “Una quercia che cade fa molto rumore, ma una grande foresta cresce in silenzio”. Lo dice un
          proverbio cinese, ma lo sanno molto bene i Forestali di tutti i tempi, abituati a fare il loro lavoro
          in silenzio senza aspettarsi plausi o riconoscimenti.
          Eppure un secolo fa accadde qualcosa di straordinario, l’allora Real Corpo delle Foreste decise
          che oltre 400 ettari di bosco, che erano di proprietà del comune di Ala oggi in provincia di Trento
          ma che giacevano al tempo in territorio austriaco, venissero acquistati per sistemare dal punto di
          vista idrogeologico una valle in provincia di Verona. In soli tre anni vennero completati i lavori
          di rimboschimento, una grande opera di inizio Novecento che oggi vale la pena di ricordare.
          La crisi economica mondiale ci ricorda ogni giorno l’importanza della tutela delle foreste: secon-
          do uno studio della Commissione Europea la perdita annuale dei servizi ecosistemici ci costa
          circa 50 miliardi di euro. Se l’attuale scenario dovesse rimanere inalterato il costo in termini di
          perdita della sola biodiversità terrestre entro il 2050 sarebbe pari al 7 per cento del Pil mondiale.
          Uno stimolo non da poco per adottare politiche ambientali coerenti e decise.

                                                                              Stefano Cazora
   1   2   3   4   5   6   7