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OSSERVATORIO INTERNAZIONALE



                  Una volta divenuti parte delle API a tutti gli effetti, il loro ciclo addestrativo
             prosegue nella caserma d’appartenenza su base mensile, in modo da poter man-
             tenere la qualifica ricevuta durante il corso iniziale. Infine, una volta l’anno si
             recano al CoESPU per un corso di aggiornamento a cura del GIS .
                                                                            (9)
                  Trattasi, quindi, di un ciclo addestrativo intenso e continuo che garantisce
             una costante preparazione e prontezza operativa. Inoltre, la cooperazione for-
             mativa tra il GIS e le API favorisce quell’osmosi necessaria nei casi di interventi
             congiunti, soprattutto in termini di procedure operative e coordinamento tatti-
             co. Essa è fondamentale per la condivisione di conoscenze e competenze, ma
             soprattutto per garantire una maggiore coordinazione sul campo, e, di conse-
             guenza, una maggiore efficacia e un innalzamento della probabilità di riuscita di
             una data operazione.
                  Mentre le API sono dispiegamenti permanenti che supportano l’attività
             dei reparti territoriali, sempre nel 2016 sono stati creati anche dei comparti tem-
             poranei e dispiegabili a seconda delle necessità per un periodo di tempo limita-
             to: le Squadre Operative di Soccorso (SOS). I membri di queste unità di rinfor-
             zo mobile vengono tratti dai tredici reggimenti e battaglioni dell’organizzazione
             mobile dell’Arma e sono sotto il controllo del Comando Generale dell’Arma.
             Quest’ultimo assegna le squadre a uno specifico comando provinciale a secon-
             da della necessità e ne stabilisce il tempo di dispiegamento; di fatto, una volta
             terminata l’operazione, esse ritornano nel loro reggimento d’origine.
                  Vi sono tredici SOS in tutta Italia, e ognuna di esse si confà di un numero
             di uomini compreso tra i dodici e i ventiquattro, a loro volta suddivisi in pattu-
             glie di tre-quattro persone che possono anche operare contemporaneamente.
                  Il loro compito è solitamente quello di pattugliare gli obiettivi sensibili,
             specialmente in città come Roma o Milano e negli aeroporti principali del Paese.
             Inoltre, devono essere sempre pronti a ingaggiare uno scontro armato con degli
             eventuali  terroristi,  in  attesa  che  intervengano  le  Task  Unit  del  GIS  e  del
             “Tuscania”.
                  Per  quanto  concerne  l’equipaggiamento,  i  militari  delle  SOS  hanno  in
             dotazione un fucile d’assalto ARX 160 della Beretta e una pistola, la 92FS, sem-
             pre a marchio Beretta, auto blindate, scudo e casco balistico, e un “ariete” nel
             caso fossero costretti a sfondare l’entrata di un edificio in cui sono stati presi
             degli ostaggi .
                         (10)
                  Le SOS seguono lo stesso itinere addestrativo delle API, per cui le due
             unità sono completamente integrabili e interoperabili.

             (9)  Ibid.
             (10)  http://www.reportdifesa.it/carabinieri-8-reggimento-lazio-limpiego-di-cio-e-sos-per-il-con-
                  trollo-del-territorio-ed-il-contrasto-al-terrorismo/.

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