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OSSERVATORIO INTERNAZIONALE



             menzionate, dove i primi svolgono un’azione diretta e i secondi forniscono sup-
             porto tattico; ma i paracadutisti coadiuvano anche le forze territoriali in attività
             di mantenimento dell’ordine pubblico in situazioni critiche, e forniscono servizi
             di scorta per le personalità più eminenti nel corso di grandi eventi (si vedano il
             Giubileo e l’Expo di Milano).
                  In sintesi, la più ampia distribuzione del GIS sul territorio nazionale, la
             propria prontezza operativa, la celerità con cui è in grado di raggiungere qual-
             siasi  obiettivo  e  la  stretta  collaborazione  con  un  reparto  di  altissima  qualità
             quale “Tuscania”, hanno prodotto delle Task Unit dalla raffinatissima prepara-
             zione e quantitativamente idonee a fronteggiare azioni di liberazione di ostaggi
             o combattimento urbano nell’eventualità di uno o più attacchi terroristici.
                  Questo pone parzialmente rimedio alla questione della mancanza di un
             numero sufficiente di membri delle Forze Speciali da dispiegare nel caso di
             attacchi contemporanei in località differenti. La prima risposta italiana agli
             attentati del 2015 di Parigi, quindi, è stato il rafforzamento delle unità specia-
             lizzate  già  esistenti  creando  nuove  sinergie  e  una  presenza  più  estesa.  La
             seconda  disposizione,  invece,  ha  ulteriormente  potenziato  la  capillarità
             dell’Arma dei Carabinieri sul territorio italiano con l’introduzione di due unità
             di primo intervento.


             3.  Le unità di primo intervento: Aliquote di Primo Intervento e Squadre
               Operative di Soccorso
                  Come già sottolineato, parte delle difficoltà nel contrastare gli attacchi ter-
             roristici del 13 novembre 2015 a Parigi fu il lungo tempo intercorso tra l’aper-
             tura del fuoco da parte degli attentatori e l’arrivo delle Forze Speciali, insieme
             all’incapacità della polizia ordinaria di contenere il fenomeno in quel lasso di
             tempo data la non adeguata preparazione in termini di addestramento e di equi-
             paggiamento a gestire un evento di tale portata.
                  Per rispondere alla necessità di avere delle unità immediatamente pronte a
             dare una prima risposta nell’eventualità di un attacco terroristico, in attesa del-
             l’arrivo delle Forze Speciali più specificamente addestrate al contrasto del ter-
             rorismo, nel 2016, per volontà dell’ex Comandante dell’Arma, il Generale Tullio
             Del Sette, sono state istituite in Italia le Aliquote di Primo Intervento (API).
             Esse sono costituite da diciotto unità, di cui sedici operanti nei capoluoghi di
             provincia considerati maggiormente sensibili e due attive nei reparti di caccia-
             tori scelti di Calabria e Sardegna. I nuclei si compongono di un numero di
             uomini che va dai nove ai quattordici, suddivisi in gruppi di quantità variabile
             tra i tre e i cinque operatori.


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