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BORSE DI PLASTICA E BIOPLASTICHE:

          L’EVOLUZIONE NORMATIVA NAZIONALE

          E IL SUO RUOLO PRECURSORE
          IN EUROPA

          di Francesco De Leonardis*
            Simone Micono**

             RIASSUNTO
             I sacchetti “biodegradabili” rappresentano il primo significativo banco di prova della bioe-
          conomia nell’ordinamento giuridico nazionale, in un delicato crocevia tra standard tecnici armo-
          nizzati (EN 13432), regolamentazioni tecniche e relative procedure a livello europeo (c.d. notifica
          TRIS, Direttiva 2015/1535), controlli ambientali, analisi connesse e strumentazioni tecniche, ap-
          parato sanzionatorio. La messa al bando degli shopper monouso non biodegradabili e compo-
          stabili ha influenzato l’ordinamento europeo (Direttiva 2015/720 sui lightweight plastic carrier
          bags, che consente le marketing restrictions e riconosce il valore dei sacchi biodegradabili e com-
          postabili) ed è stata a sua volta influenzata (in un processo di osmosi bidirezionale) da tale direttiva
          e dalle relative legislazioni di recepimento di altri Paesi UE (Francia), come nel caso delle borse
          di plastica ultraleggere (sotto i 15 micron richieste a fini di igiene o fornite come imballaggio pri-
          mario per alimenti sfusi), rispetto alle quali il legislatore richiede oggi, oltre alla compostabilità a
          fine vita, anche, a monte, un contenuto minimo di materia prima rinnovabile (biobased). L’atten-
          zione del legislatore per i “biomateriali” ha riguardato dunque (“1.0”: L. n. 296/2006 e d.l. n.
          2/2012), il fine vita (compostabilità) per risolvere il problema specifico dell’inquinamento della
          frazione organica ad opera dei sacchi in plastica tradizionale e (“2.0”: d.l. n. 91/2017), anche
          quello dell’origine (percentuali minime di biobased), per implementare il passaggio da un’economia
          lineare a quella circolare e la realizzazione della low carbon society.

          PLASTIC BAGS AND BIOPLASTICS: THE EVOLUTION OF NATIONAL
          LEGISLATION AND ITS PRECURSOR ROLE IN EUROPE

             ABSTRACT
             "Biodegradable" bags represent the first significant bioeconomic test in the national legal system, in a delicate
          crossroad between harmonized technical standards (EN 13432), technical regulations and procedures at European
          level (TRIS notification Directive 2015/1535), environmental investigation, related analyzes, technical equipment
          and sanctions. The ban on disposable, non-biodegradable and non-compostable bags has influenced European laws
          (Directive 2015/720 on lightweight plastic carrier bags which allows marketing restrictions and recognizes the
          value of  biodegradable and compostable bags). At the same time it has been influenced (in a bidirectional osmosis
          process) by this Directive and the related transposition legislation of  other EU Countries like France. This is the
          case of  ultra-light plastic bags (under 15 microns required for hygiene or supplied as primary packaging for loose
          foods), for whom the legislator requires, in addition to end-of-life compostability, a minimum content of  renewable
          raw material (biobased). The legislator provided laws concerning biomaterial ("1.0": Law No 296/2006 and
          Decree No 2/2012), end of  life (i.e. compostability) to solve the specific problem of  pollution of  organic fraction
          caused by traditional plastic bags and, as far as origin is concerned, “2.0”  Decree No 91/2017 on minimum
         * Professore ordinario di diritto amministrativo e avvocato del Foro di Roma
         ** Avvocato del Foro di Roma

           56          I Quaderni                             Rivista Tecnico-scientifica ambientale
                                                              dell’Arma dei Carabinieri
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