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Il fascino del volo nel mito e nella storia


               terra o statici quali gli avvoltoi o i grandi rapaci diurni e notturni. Le ali
         FOCUS dei planatori hanno infatti numerose fessure e presentano una conves-
               sità pronunciata, caratteristiche che insieme producono un’alta portan-
               za a basse velocità. La più alta manovrabilità delle ali dei veleggiatori
               terrestri rispetto a quelli marini è necessaria poiché le correnti aeree sul-
               la terraferma sono più variabili rispetto a quelle marine. I meccanismi
               di volo usati dai grandi veleggiatori terrestri sono gli stessi usati dagli
               alianti. Per entrambi, i fattori che permettono il veleggiamento sono la
               forma delle ali e l’energia solare che, scaldando l’aria, determina moti
               convettivi ascensionali, cioè flussi di aria calda che dal suolo salendo in
               quota permettono agli uccelli di volare a grandi altezze. I trampolieri,
               per esempio, sfruttano le correnti termiche; una volta giunti in quota,
               essi planano in leggera discesa fino a quando non incontrano una nuo-
               va corrente termica che consente loro di salire nuovamente in quota e
               così via, coprendo in questo modo lunghe distanze con un basso di-
               spendio energetico. È notizia abbastanza recente che una femmina di
               pittima minore, un uccello trampoliere che si può osservare in Italia du-
               rante il periodo invernale, è riuscita a coprire una distanza di 11.550 km
               tra Nuova Zelanda ed Alaska senza mai toccare terra. Questo rappre-
               senta ad oggi il più lungo volo senza sosta che sia mai stato osservato.
               Anche il precedente record apparteneva ad un esemplare di pittima mi-
               nore che con 10.200 km senza sosta aveva coperto la distanza tra
               Nuova Zelanda e Corea del Nord. Questi record sono ancora più sor-
               prendenti se visti alla luce del fatto che il volo in formazione, se con-
               frontato con il volo effettuato da un individuo solitario alla stessa velo-
               cità, conferisce un vantaggio aerodinamico che permette ai membri del
               gruppo di ridurre il consumo energetico.
                  Ormai è passato oltre un secolo da quando il 17 dicembre 1903 il
               primo prototipo di macchina motorizzata (chiamata Flyer) prese il volo,
               anche se per pochi secondi, grazie ai fratelli Wright. Si trattava di un bi-
               plano di carta e legno, pilotato da un uomo che tendeva corde e puleg-
               ge per gestire la planata. Da allora i veicoli volanti sono decisamente
               migliorati, tuttavia ancora oggi gli esseri umani si trovano ad osservare
               il volo degli uccelli con grande meraviglia ma anche con invidia per non
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               essere in grado di volare usando esclusivamente il proprio corpo.
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