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Biodiversità e gestione sostenibile degli ecosistemi forestali


            strato l’estrema fragilità, dovuta proprio alla loro scarsa resilienza, di
            ecosistemi piccoli (o semplici) e frammentati. Le limitate dimensioni,
            ovvero la frammentazione delle biocenosi, determinano l’isolamento
            reciproco delle specie in essi presenti. Ciò impedisce il normale flusso
            spazio-temporale di tali specie e pertanto rallenta o impedisce l’incre-
            mento della biodiversità reciproca negli ecosistemi. Questi rimangono
            così, scarsamente resilienti e pertanto, se non opportunamente indiriz-
            zati da interventi esterni, rischiano di involvere verso fasi di progressi-
            vo degrado.


            La valutazione della biodiversità
               A questo punto diventa complessa l’applicazione di tali concetti nei
            sistemi naturali reali in cui l’evoluzione spaziotemporale è spesso di dif-
            ficile lettura ed interpretazione. Si consideri, inoltre, che i nostri sistemi
            naturali hanno diversità biologiche spesso solo apparentemente in
            equilibrio: in realtà, sono il frutto di intensi interventi antropici che
            hanno favorito alcune specie piuttosto che altre per implicazioni di tipo
            storico, culturale e soprattutto  economico.
               Ne consegue che, per le modalità operative, si rivela necessario indi-
            viduare la scala spazio-temporale sulla quale calibrare le modalità di ge-
            stione che, attraverso la selvicoltura su basi naturalistiche, possano sal-
            vaguardare la biodiversità delle cenosi trattate.
               L’analisi della biodiversità dovrà sempre considerare, nelle sue pre-
            messe, la scala spaziale di riferimento: il singolo “popolamento” o l’in-
            sieme di popolamenti di una stessa zona, comprendenti non solo le
            aree forestali propriamente dette ma anche le piccole presenze antropi-
            che estensive, che di frequente si incontrano nei territori silvopastorali
            (piccoli orti, aie, piccoli allevamenti, pascoli, ecc.).
               All’interno del singolo popolamento, la biodiversità andrà sempli-
            cemente misurata come valore della diversità specifica e strutturale.
            Maggiore è il numero delle specie, sufficientemente rappresentate,
            tanto più alta sarà la biodiversità. L’“indice di diversità di Shannon” o   7
            il “numero di diversità di Hill” ne forniranno la misura numerica.          n.  -
            Individui di specie diverse, presenti in più strati e di differenti età,    III
            consentiranno la presenza di una serie di altre specie di microrgani-
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