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L’affaire minerali: in Italia l’oro blu è quello con le bollicine


               controllata della sorella povera a portata di rubinetto, e viziata dalla

         FOCUS  presenza di sali indesiderati, che a ben guardare sono proprio quelli che
               la rendono unica e preziosa.
                  Ma la strada per il consumatore è chiara e non si attendono significa-
               tive inversioni di marcia. Nessuno può riuscire dove lo stesso
               “Acquabomber” con le sue iniezioni di varechina nelle bottiglie, ha fal-
               lito. Gli italiani amano la minerale.


               Le colpe degli imbottigliatori
                  Sgombriamo subito il campo da una questione pur importante,
               quella dei bassi canoni di concessione che le fonti pagano alle Regioni.
               Infatti si incominciano a intravvedere spiragli di luce. I canoni cresco-
               no, anche di parecchio. Oggi non sono cari, ieri erano ridicoli, ma non
               si può farne una colpa alle aziende.
                  A questo punto, se fossimo in un processo l’avvocato della difesa
               chiederebbe l’assoluzione del suo cliente, il marketing, per non aver
               commesso il fatto. Quale fatto? L’aver distratto le oneste bevute dei cit-
               tadini dalla cannella, in favore della ben più costosa bottiglia, sostenen-
               do che la prima forse è onesta ma la seconda è certamente più buona.
                  Assoluzione con formula piena.
                  Condanna senza nessuna attenuante, senza spazio per il ripensa-
               mento e per l’acquisizione di nuovi elementi, invece, per l’informazione
               che accompagna la vendita del prodotto. Dovremmo dire condanna
               senza nessuna attenuante perché nella stragrande maggioranza dei casi
               nessuna informazione orienta il consumatore, che solo oggi incomincia
               a capirci qualche cosa delle etichette, ma solo per merito della grande
               opera svolta dalle associazioni dei consumatori e dei giornalisti e divul-
               gatori - è proprio il caso di dirlo! - attenti ai contenuti.
                  Infatti, nel Paese che ha la più antica tradizione mondiale di cono-
               scenza e sfruttamento sapiente delle acque, quella dell’antica Roma e
               dei Cesari; nel Paese che ha tenuto a battesimo l’idrologia clinica, la me-
               dicina termale; nel Paese che per primo ha parlato, non di acqua, ma di
               acque, introducendo il plurale, laddove storicamente vigeva un indistin-
               to singolare, l’informazione sulle caratteristiche chimico-fisiche di que-
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               sti miracoli della natura è stato appiattito alla presenza o all’assenza di
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