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Testimone diretto di danni irreparabili
chia. Il chaparral spagnolo, il maquis francese, lo shibljak balcanico sono
FOCUS le principali vittime dei cosiddetti fuochi pastorali e anche di quelli pur-
troppo sempre più frequenti, causati da maniaci piromani e da vandali
criminali.
Anche se la macchia mediterranea è adusa da molti millenni al pas-
saggio delle fiamme da cui risorge, come una fenice vegetale, dopo po-
chi anni - rinforzata nei suoi corbezzoli dalle foglie lucide, nei suoi len-
tischi aromatici, nei mirti profumati, nei ginepri ispidi, nelle filliree, ne-
gli olivastri, nelle sughere resilienti, nelle eriche aduste - i danni alla na-
tura non sono certo pochi.
Solo chi non è mai stato di persona al cospetto di un incendio di
macchia o di pineta, può sottovalutarne non solo i pericoli ma anche i
danni.
Un fronte di fumo e di fiamme che avanza, soprattutto su ambienti
declivi e sotto la sferza del maestrale, a molti chilometri l’ora, lascia an-
che nel mondo della fauna dei vuoti spaventosi.
Se si percorre, poco dopo l’infuriare dell’evento, una macchia o una
gariga, ci si può render conto di persona di quanto qui affermato.
Non solo creature dai movimenti più lenti come coleotteri, serpenti,
lucertole, gechi e tartarughe terrestri, ricci e rospi perdono la vita, ma
anche animali dotati di una notevole mobilità, come ad esempio i cin-
ghiali, i conigli selvatici e le lepri, se sorpresi dall’incalzare rapidissimo
del fronte, perdono la vita.
Si potrebbe pensare che almeno per gli uccelli sarebbe facile sottrar-
si rapidamente al pericolo del fuoco.
Purtroppo non è così. Ho potuto io stesso constatare, nel tremendo
incendio che sconvolse l’Argentario dal 24 al 26 agosto 1981, che mol-
ti uccellini silvicoli, come l’occhiocotto o la sterpazzola, investiti dalla
violenza delle vampe, dal fumo e dall’improvviso calo di ossigeno han-
no perso la vita. E ne ho trovati alcuni con il piumaggio appena strina-
to dalle fiamme, appesi per le zampe a rami secchi.
Alcuni splendidi insetti sono infeudati alla macchia mediterranea.
Così buprestidi parassiti del leccio dalle elitre verdi iridescenti, larve,
crisalidi e immagini di farfalle come la splendida e rara ninfa del corbez-
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zolo, ragni come la malmignatta dai tredici punti rossi sull’addome ne-
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