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Individuare gli incendiari, fermare i piromani
programmazione urbanistica su quella zona percorsa da incendio, vige-
FOCUS va comunque il divieto a costruire.
La nuova norma ha introdotto il divieto a costruire sulle aree percor-
se da incendio solo dove non esiste assolutamente alcuna destinazione
d’uso di quel territorio a fini edilizi. Il principio comunque della
L. 353/2000 è stato fatto salvo, anche se attuato in modo diverso rispet-
to alle decisioni programmatorie di uso del territorio da parte degli Enti
territoriali preposti.
Due casi significativi di indagine su questa materia sono stati condot-
ti dagli Uffici del Corpo forestale dello Stato:
1. Comune di Levanto (SP), oggetto di attività del Nucleo Investigativo
di Polizia Ambientale e Forestale (N.I.P.A.F.) del Coordinamento
Provinciale di La Spezia. La sentenza della quinta sezione penale del-
la Cassazione del 27 giugno 2003 n. 27799, ha confermato il seque-
stro del complesso alberghiero previsto sull’area percorsa da incen-
dio nel 1999;
2. Comune di Pisticci (MT), oggetto di attività del Nucleo Investigativo
di Polizia Ambientale e Forestale (N.I.P.A.F.) del Coordinamento
Provinciale di Matera; la prima udienza si terrà nel settembre 2006,
sul caso di sequestro di una grande struttura alberghiera che prevede
la costruzione di un porto per barche da turismo (Porto degli
Argonauti). La sentenza della terza sezione penale della Cassazione
del 28 gennaio 2005 ha rigettato i ricorsi della parte contro la senten-
za del giudice del riesame di Matera che aveva confermato il decreto
di sequestro preventivo dell’area emesso dal G.I.P. del Tribunale di
Matera in data 29 settembre 2004.
Altri due tipi di divieti sono previsti dalla L. 353/2000 per due atti-
vità a forte impatto sul territorio attraverso l’uso distorto del fuoco:
quella della pastorizia e della caccia. Per questi due tipi di divieti valgo-
no le considerazioni sulla difficoltà di applicazione da parte dei
Comuni citate in precedenza, con l’aggravante che l’uso del territorio
per queste attività è continuo e fa parte dell’uso sociale ed economico
di intere zone del territorio nazionale. Queste zone, inoltre, devono es-
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sere segnalate con tabelle per rendere evidente il divieto. In alcune
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