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Il rapporto dell’uomo con la natura nella concezione biblica e filosofica


               progressiva. In altre parole per Kant, i procedimenti analitico-mate-

         FOCUS  matici e quelli puramente sperimentali non erano adeguati a consegui-
               re la conoscenza universale.
                  È necessario il “soggetto razionale”; per mezzo di esso la nostra
               esperienza, ordinata ed unificata, si costituisce ad “oggetto”.
                  La visione meccanicistica è insufficiente a spiegare l’esistenza della
               vita degli organismi.
                  L’uomo assume una posizione centrale: è legislatore della natura.
                  Il rapporto uomo-natura vede il predominio dell’uomo e risussiste
               in forma organica.
                  La scienza non dialoga con la natura, ma con l’uomo che impone il
               linguaggio alla natura.
                  Con Hegel «ciò che è razionale è reale e ciò che è reale è razionale»:
               quindi il reale intanto è reale in quanto è espressione perfetta di razio-
               nalità e viceversa la razionalità è principio e fondamento della realtà.
               L’idea (tesi), mediante il processo di alienazione, si esteriorizza nella
               natura (antitesi).
                  Il rapporto uomo-natura è caratterizzato dall’assoluto dominio del-
               l’uomo. Il pensiero filosofico contemporaneo avverte già con Husserl
               gli effetti negativi che produrrà lo sviluppo delle scienze e la prevalen-
               za della scienza sulla filosofia.
                  Ci troviamo nell’800, all’epoca della rivoluzione industriale: i pensa-
               tori più profondi vedono in prospettiva che il progresso della scienza è
               progresso e sviluppo di tecnologia; diventerà aggressione della natura
               da parte dell’uomo.
                  Per Husserl, la natura è una regione di cui la fisica, la botanica, la
               zoologia ed altre discipline rappresentano campi regionali.
                  La scienza, analizzando “campi regionali”, distrugge l’unità organi-
               ca e la visione di insieme del mondo oggettivo e quindi della natura, in
               quanto le diverse discipline in cui essa si articola sono specializzate nel
               proprio campo ed imprigionate entro i confini di esso.
                  Col passare degli anni, l’uomo, a causa della tecnologia figlia della
               scienza, rompe sempre più decisamente le relazioni organiche con la
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               natura ed assume il ruolo di sfruttatore di essa.
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