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Importanza della pratica dell’inerbimento sulle piste da sci
di sensibilità a problemi di giorno in giorno più attuali, perché maggior-
mente sentiti dalla gente. Proprio in quest’ottica lo stesso dialogo con
la natura non può essere condotto con metodi artificiali, facendo ricor-
so alla chimica o alla tecnologia, ma parlando un linguaggio coerente e
utilizzando i metodi già presenti in natura, aiutandoli ed incanalandoli
per ottenere lo scopo voluto. È necessario riprodurre i meccanismi
naturali in maniera sufficientemente accelerata, in modo da fare in
poco tempo ciò che il prato stesso farebbe in tempi molto lunghi, a
rischio però di essere sorpassato da processi degradanti di opposto
segno. Le tecniche utilizzate oggi hanno dunque messo al bando qua-
lunque tipo di procedimento che già non avvenga in natura. Il proces-
so, nella sua concezione generale consiste nello spandimento di una
miscela, selezionata appositamente, di semi di specie erbacee adatte allo
sviluppo in quello speciale habitat, supportate da concimi stabilizzato-
ri e sostegni meccanici contro il dilavamento della prima ora.
Tale spandimento generalmente viene effettuato mediante una
apparecchiatura idraulica consistente di una cisterna, il cui miscuglio,
addittivato dell’acqua necessaria per la crescita, viene continuamente
rimescolato per ottenere la massima omogeneità, una pompa ad alta
pressione ed una lancia orientabile con un getto di diverse decine di
metri, da dirigere sui pendii da trattare.
Uno dei sistemi maggiormente diffusi oggi è quello realizzato con
l’impegno di sostanze multicomponenti. La prima componente di tale
processo è la miscela dei semi, fatta in funzione della natura del terre-
no, del clima e della vegetazione già presente: spesso vengono utilizza-
ti semi di piccole graminacee che non richiedono sfalcio.
I concimi rappresentano la seconda componente. Incorporati nel
composto, apportano una prima provvista di sali minerali assimilabili,
ed assicurano un effetto “starter” in attesa che il ciclo naturale delle
piante si stabilizzi.
Ed infine la terza componente. Si tratta di un fissatore al terreno,
dal notevole potere colloidale ma di origine vegetale e totalmente bio-
degrabile, che supplisce alla mancanza di un supporto humoargilloso, .3
favorisce la penetrazione delle radici e trattiene l’acqua. In una paro- oI-n
la fissa i semi al terreno evitando il dilavamento per pioggia o vento. n
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