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Il pensiero ecologico nella dottrina cattolica
generico ambientalismo, sebbene fondato sulla responsabilità.
L’idea olistica e panica della natura - figlia di una lunga e nobile tra- FOCUS
dizione filosofica materialista o immanentista – presta molto, in termi-
ni di contenuti filosofici, alla cultura ecologista contemporanea impe-
gnata a 360 gradi nella salvaguardia di specie animali, vegetali e di vari
tipi di biodiversità.
In quest’opera di universale protezione l’uomo esercita il suo ruolo
di custode ma è a sua volta custodito dagli altri viventi e dalla materia
che lo circonda: tutto pare comunicare seguendo regole e codici piena-
mente iscritti nel fatto naturale. Ma questa visione – a cui la tradizione
della Chiesa non si avvicina se non in qualche episodio poetico, come
il Cantico di San Francesco, per molti versi eterodosso –, sebbene affa-
scinante, non si sottrae a qualche contraddizione sostanziale: può dav-
vero l’uomo, padrone della sua razionalità raffinata e di una tecnica
sempre più potente, essere considerato attore silente della rappresenta-
zione cosmica al pari degli altri esseri e della circostante materia viva?
Il pensiero del cosmo tutto abbandonato al selvatico giudizio di un
regolamento panico non contraddice l’evidenza di un uomo che, sulle
macerie delle proprie debolezze e del male che lo segna, ricostruisce di
volta in volta un ordine razionale e reinventa leggi per sé e per la natu-
ra stessa? Un uomo fatto di materia circolante o di spirito diffuso e
condiviso con una natura-crogiuolo non è meno padrone della sua
responsabilità, della sua “unità di coscienza”, non appare quasi rasse-
gnato a trasformarsi in qualcosa d’altro?
A queste obiezioni la filosofia cristiana della natura oppone dunque
l’ecologia umana. A questa àncora la Chiesa lega la speranza che la per-
sona umana resti uguale a se stessa e somigliante a Dio.
Appare evidente la legittimazione di fondo che il pensiero cristia-
no attribuisce all’opera inesausta dell’uomo che, scienziato e artista,
analizza e modifica il mondo in cui vive. In questa prospettiva pare
meno lacerato il confine tra pensiero scientifico e dottrina cristiana,
spesso visti in patente e dura opposizione. Il Compendio sopracitato
ancora dice: «…i risultati della scienza e della tecnica sono, in se stes- .3
si, positivi… le vittorie dell’umanità sono segno della grandezza di oI-n
Dio». Ma allora dov’è il punto di crisi, diffusamente percepito e dalla n
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