Page 133 - SilvaeAnno01n03-005-Sommario-pagg.004.qxp
P. 133
Le energie rinnovabili a biomasse agroforestali
ancora otto progetti, tutti regionali, mentre nel 2001, a fronte di 18 pro-
getti presentati, sono stati finanziati cinque progetti di cui tre regionali
e due interregionali.
Come fatto notare nel rapporto sullo stato della bioenergia in Italia
del 2001, prodotto dal gruppo di supporto bioenergia istituito presso il
MIPAF, l’aumentata partecipazione delle Regioni al “Probio” ha rap-
presentato di per sé un risultato corretto, dal quale però è discesa la
necessità di mettere a punto una metodologia adeguata di valutazione
delle proposte presentate.
In linea generale occorre sottolineare come, soprattutto negli anni
più recenti, le Amministrazioni regionali siano state sempre più prota-
goniste d’azioni energetiche sul proprio territorio anche con iniziative
autonome.
La situazione si presenta diversamente articolata tra Regione e
Regione per motivi d’ordine economico, dimensionale e amministrati-
vo che si riflettono nei diversi approcci nella pianificazione energetico-
ambientale.
L’attività di ricerca e sperimentazione sono stata promossa e finan-
ziata anche attraverso l’attivazione d’iniziative specifiche quale ad
esempio il progetto “Prisca” (Progetto ricerca sulle colture alternative)
che aveva come obiettivo l’identificazione e valutazione delle specie
vegetali dotate di maggiore potenziale energetico.
I risultati della ricerca hanno portato all’individuazione di tre grup-
pi di specie su cui si è lavorato per il miglioramento genetico.
La sperimentazione condotta nell’ambito del progetto “Tisen”
(Tecniche innovative sostenibili di produzione e trasformazione di col-
ture energetiche e non food) di durata triennale finanziato dal MIPAF
nel corso del 2001) ha dimostrato che è possibile contare a fini energe-
tici su un discreto numero di ibridi di girasole ad alto contenuto oleico
molto competitivi ed ha evidenziato l’elevata potenzialità della colza
nella misura in cui l’offerta varietale consente di ottimizzare il colloca-
mento della coltura in ciclo autunno-primaverile, con possibilità di
valorizzare aree anche marginali con poche risorse idriche. .3
È auspicabile un approfondimento di questi studi soprattutto in oI-n
relazione alle interazioni pianta - terreno - acqua - aria delle specie indi- n
n
A
SILVÆ 145