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Nuove energie per l’Occidente


            essa comporta l’abbandono di un modo di ragionare “ideologico” e la
            valorizzazione di quel modello culturale congenito all’Europa che si
            potrebbe definire “umanesimo scientifico”. Alessandro Cecchi Paone ha
            giustamente denunciato la sequela di danni prodotti dalla mancanza di
            cultura scientifica e da un modo di ragionare ideologizzato:
            «Abbandono precipitoso e immotivato del nucleare, totale dipendenza
            dal petrolio e dai paesi confinanti che producono energia elettrica tran-
            quillamente con le centrali atomiche, bollette salate, black-out sempre
            più frequenti ed annunciati, inquinamento, innamoramento collettivo
            per l’idrogeno, come fosse la soluzione dietro l’angolo e a buon merca-
            to che, purtroppo, ancora non è. I troppi “comuni denuclearizzati” che
            si incontrano in giro per l’Italia la dicono lunga sulla perniciosa tenta-
            zione di voler affrontare i problemi concreti che si risolvono con gli
            studi e i calcoli ricorrendo alla propaganda e all’ideologia, all’allarmi-
            smo e all’approssimazione». 2
               In passato un certo ambientalismo di maniera, fortemente ideolo-
            gizzato, ha interpretato il problema energetico nei termini riduttivi del
            “contenimento del consumo”. Improntare la questione all’insegna del
            “risparmio” conferiva al discorso un tono di dignità morale (in linea
            con la celebre “austerità”); e tuttavia qualche volta, per parafrasare
            Mandeville, una virtù privata – e sicuramente la sobria limitazione dei
            bisogni lo è – produce un circolo vizioso se trasposta sul piano pubbli-
            co: è chiaro oggi come una limitazione dei consumi energetici produr-
            rebbe effetti disastrosi sulla economia già stagnante.
               Per il nostro modello di società la limitazione “spartana” del consu-
            mo energetico non potrà mai essere un obiettivo sensato, mentre lo è
            quello di realizzare un’ampia disponibilità energetica, per produrre
            effetti a catena di vasta portata: «Se il costo dell’energia utilizzabile
            fosse basso abbastanza tutte le altre risorse diverrebbero più abbon-
            danti; ad esempio, diversi generi di materie prime potrebbero essere
            estratti dai fondali dell’oceano, cosa oggi ancora molto dispendiosa;
            inoltre si potrebbero creare enormi quantità di terra utilizzabile, attra-
            verso la desalinizzazione dell’acqua marina e il trasporto dell’acqua in     .3
            aree che attualmente sono deserte». 3                                        oI-n
               Si potrà obiettare che tutta questa energia a buon mercato non la si      n
                                                                                         n
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