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Questi particolari ‘segni’ sono sempre più rari all’interno dei boschi in
quanto – come sopra menzionato – la modalità del cavallettamento totale
non viene oramai da anni più praticata. Inoltre, un ulteriore motivo della
progressiva rarefazione della loro presenza è dovuta al fatto che quando un
bosco viene tagliato, con esso scompaiono anche le tracce lasciate nel
passato.
La Tempesta Vaia, dell’ottobre 2018, e i successivi attacchi di bostrico (Ips
typographus L.) – coleottero che porta a morte gli alberi adulti di abete rosso
– hanno notevolmente accelerato l’atterramento e l’abbattimento di molti
soprassuoli forestali nelle Alpi orientali, facendo divenire in tale ambito
territoriale ancor più rari i segni del raschietto/graffietto forestale.
Sic stantibus rebus, si può affermare con certezza che quando si ha ancora la
possibilità di osservare i segni dell’avvenuto cavallettamento totale sugli
alberi della particella forestale, si deve avere la consapevolezza che si sta
osservando una realtà che appartiene al passato, a un passato che quasi
sicuramente non tornerà più. Questi segni possono essere pertanto
considerati a ragione quali testimonianze presenti e ancora visibili di una
recente “archeologia forestale”, le cui tracce con il passare del tempo
diverranno sempre più labili sino a scomparire del tutto.
I ‘segni’ del prelievo della resina del larice
Sempre più raramente – anche in considerazione della minor diffusione del
larice (Larix decidua Mill.) rispetto all’abete rosso – può accadere a una
persona che frequenti i boschi alpini di poter osservare i segni del prelievo
della resina del larice.
La resina è una particolare sostanza prodotta dalla pianta che a livello
fisiologico ha la funzione di difesa naturale da attacchi parassitari e/o di
insetti oppure di cicatrizzazione delle ferite sempre nell’ottica di protezione
dei tessuti vegetali.
L’attività di estrazione della resina dagli alberi adulti di larice era un tempo
assai diffusa in gran parte dell’Arco alpino, in particolar modo nelle Alpi
orientali, dove la presenza del larice è maggiormente diffusa.
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