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Conclusioni
Nell’appena trascorso centenario della “Legge Serpieri” (1923-2023), ovvero il
R.D. 30 dicembre 1923 n. 3267, recante Riordinamento e riforma della
legislazione in materia di boschi e di terreni montani, il cui obiettivo era quello di
coniugare l’attenzione all’economia montana con la necessità di difendere il
suolo e il territorio per la vita delle comunità, quale miglior locus amoenus per
proporre una seria riflessione sulle attuali priorità nel rapporto tra uomo e
foreste, e tra pianura, collina e montagna, identificando nella risorsa acqua e
nella tutela idrogeologica del territorio il filo rosso, alla luce delle mutate
condizioni ecologiche, sociali ed economiche, della forte espansione della
superficie boschiva nel corso di un secolo e nella cornice degli accordi
internazionali per il contrasto ai cambiamenti climatici, la conservazione della
biodiversità e la gestione sostenibile delle foreste.
Generazioni di allievi forestali prima e Carabinieri frequentatori oggi, hanno
sviluppato e sviluppano quella necessaria sensibilità volta alla tutela del creato
attraverso un perfetto connubio tra lezioni teoriche frontali nella storica aula a
ventre di balena degli anni ’70 e le esercitazioni pratiche nell’arboreto didattico
che affascina anche le migliaia di studenti che ivi si recano in visita,
sapientemente condotti dai militari dell’Ufficio Divulgazione Naturalistica.
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