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Il bosco e la fauna
dispersione dei semi; lo scoiattolo, ad esempio, favorisce la rinnovazio-
ne del pino cembro, i cui semi, molto coriacei e pesanti, non potrebbe-
ro essere disseminati per via anemofila.
Nello stesso tempo, i micromammiferi esercitano una riduzione di
semi e frutti forestali, tanto che in alcuni casi i roditori prelevano sino
al 70% della produzione di faggiole. Il ghiro è in grado di raccogliere
fino a 12-15 chilogrammi di nocciole, l’arvicola delle nevi (Microtus niva-
lis) 2-3 chilogrammi di erba; ma in genere si è concordi nel ritenere che
tali prelievi non compromettono la rinnovazione naturale, anche se i
roditori possono incidere sulla prevalenza di alcune piante rispetto ad
altre (Golley et al., 1975).
Tra i micromammiferi ci sono molti predatori di insetti e di altri
invertebrati, come lo scoiattolo che si ciba delle galle degli afidi del-
l’abete rosso; questi in genere consumano giornalmente una notevole
quantità di insetti pari all’80-90% del proprio peso. A loro volta questi
animali rientrano nelle catene alimentari di predatori, come la volpe
(Vulpes vulpes), la martora (Martes martes), l’allocco (Strix aluco) e la don-
nola (Vlustela nivalis) (Paolucci e Locatelli, 1993).
E come non citare l’impiego di alcune popolazioni animali nella
lotta biologica in foresta? La ben nota ed applicata predazione della
“Formica Rufa” dimostra che la migliore conoscenza dell’ecosistema
foresta può fornire al selvicoltore importanti ed utili indicazioni per la
sua migliore, corretta gestione.
Questi pochi esempi servono a dare una rappresentazione indicati-
va della complessità della componente faunistica e dell’importanza
strategica che la stessa rappresenta all’interno dell’ecosistema foresta,
per il mantenimento degli equilibri biosistemici.
L’alterazione e la progressiva distruzione delle foreste, unitamente
agli altri fattori antropici, hanno influito anche nella riduzione delle
popolazioni animali, incidendo nei rapporti quantitativi preda-predato-
re, sino alla scomparsa di significative popolazioni animali.
Le dinamiche economiche e demografiche hanno investito in modo
decisivo le aree montane e d’alta collina, dove si trova la maggior parte .2
del nostro patrimonio forestale, determinando un forte esodo rurale ed oI-n
una marcata contrazione delle attività agro-silvo-pastorali. n
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