Page 64 - Silvae N. 15-18 Gennaio 2011 Dicembre 2012.pdf
P. 64
Salerno: una realtà virtuosa
Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani. Tra le previsioni
del Piano quella che risalta maggiormente, è l’assunzione di un
obiettivo di raccolta differenziata (scenario B2 del PRGRU) il cui
termine per il raggiungimento è già scaduto (50% di R.D. al
31.12.2011 - L. 123/2008), invece di quello più “attuale” del 65%
al 31.12.2012 previsto dalla normativa vigente (D.Lgs 152/2006).
Da questa impostazione, ovviamente, ne deriva un fabbisogno
impiantistico da dedicare allo smaltimento capace di trattare
oltre 1.500.000 t/a dei 2.700.000 t/a di R.S.U. prodotti annual-
mente in regione, corrispondente a oltre il 50% dei rifiuti. Su
questi due ultimi aspetti del Piano è utile ricordare che la “gerar-
chia europea” della gestione dei rifiuti colloca lo smaltimento
all’ultimo posto nelle operazioni di trattamento dei rifiuti e, per-
tanto, un PRGRU “sbilanciato” sullo smaltimento non può che
essere in contrasto con la normativa europea. Inoltre, il D.Lgs.
205/2010 - di recepimento della Direttiva 2008/98 - ha introdot-
to nel nostro ordinamento giuridico il principio della ”autosuffi-
cienza e prossimità impiantistica” per lo smaltimento dei rifiuti,
all’opposto la Regione ha pianificato in modo centralizzato lo
smaltimento mediante “termodistruzione”, prevedendo grandi
impianti distanti dai luoghi di produzione dei rifiuti, finendo col
disattendere quella che è la ratio del principio voluto dal legisla-
tore europeo, vale a dire una sempre maggiore riduzione nella
movimentazione dei rifiuti.
Non mi sfugge, però, come le previsioni del PRGRU per quel che
riguarda il fabbisogno impiantistico da dedicare allo smaltimen-
to risultano condizionate negativamente da quanto già decreta-
to dal Governo nazionale negli ultimi tre anni. Infine, non si è
tenuta nella giusta considerazione sia la previsione di diminu-
zione della popolazione in Campania, con conseguente riduzio-
ne della produzione complessiva dei rifiuti, sia le azioni da met-
tere in atto per la riduzione. Da quanto evidenziato affiora un
Piano inadeguato a garantire livelli elevati di tutela ambientale e
in contrasto con la normativa europea, pertanto difficilmente la
Commissione europea - chiamata a decidere se deferire nuova-
mente l’Italia alla Corte di Giustizia europea - potrà valutarlo
positivamente.
SILVÆ - Anno VII n. 15/18 - 67