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Comunicazione ambientale: dai rifiuti nuovi paradigmi di sostenibilità
ni dell’esistenza di un progetto concreto
che non richiede un impegno astratto, ma
da un valore preciso all’azione di ciascu-
no, collocando il singolo al centro di una
comunità che assieme può agire per uno
scopo condiviso.
Queste parole a leggerle sembrano quasi
retoriche, eppure sono tanti ormai gli ita-
liani che abituati a casa propria a fare la
differenziata si sentono addirittura a disa-
gio, quando magari vanno in vacanza in
luoghi dove il concetto del riciclo non è
ancora diffuso e non possono mantenere
le proprie abitudini.
È per questa ragione che quella della È il 1972 e Pubblicità progresso da
comunicazione sui rifiuti è una bella sto- vita ad una delle prime campagne
per sensibilizzare i cittadini sui
ria a lieto fine, perché ha una morale asso- rifiuti e l’ambiente.
lutamente positiva che ci può dare molti
spunti su altri fronti della sostenibilità ambientale.
Obbiettivi chiari e target al centro
Con la raccolta differenziata si entra nelle case e si chiede di cam-
biare le abitudini, incidendo sull’organizzazione quotidiana.
In generale ogni volta che facciamo un’attività di comunicazio-
ne, nel momento in cui cerchiamo di cogliere l’attenzione di
qualcuno distogliendola da altro, diventiamo parte integrante
del tempo di quella persona in quell’istante. Ma quando con le
nostre parole o le nostre immagini chiediamo addirittura una
modifica nel comportamento, il fattore tempo diventa un ele-
mento delicatissimo da valutare. Siamo infatti tutti costante-
mente bersagliati da messaggi di ogni genere e continuamente,
in modo più o meno consapevole, effettuiamo una selezione che
può alterare la sequenza di azioni che si stava svolgendo in quel
momento o la programmazione futura.
Per questa ragione prima di andare a bussare alla porta di un cit-
tadino, di entrare nella sua cucina, di rovistare nella sua spazza-
tura e dirgli “da domani tu non ti comporti più come ti pare”, le
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