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Le dune costiere per l’equilibrio ambientale dei litorali sabbiosi


            marina, legata agli eventi di mareggiata, è stato tuttavia eviden-
            ziato come la maggior frequenza di episodi di mareggiata che
            determinano erosione delle spiagge e allagamento delle aree di
            retro-spiaggia, avvenga lungo i tratti di litorale dove sono state
            quasi completamente distrutte le dune costiere, unico baluardo
            naturale contro le mareggiate. In particolare è stato dimostrato
            come su un tratto di costa protetto da dune naturali, caratteriz-
            zate da un diverso grado di conservazione, solo morfologie con-
            tinue e con elevazione di circa 4 m (e spiaggia con pendenza
            media del 2%), l’area non sia a rischio anche per eventi con
            tempo di ritorno di 100 anni.
            In altri contesti costieri la barriera morfologica della duna è effica-
            ce nella mitigazione del rischio da tsunami. Nel maremoto che ha
            interessato il Pacifico nel 2004, le immagini satellitari di Indonesia,
            Tailandia e Sri Lanka hanno mostrato come dune costiere, piat-
            taforme rocciose, foreste di mangrovie, barriere coralline costitui-
            scono tutte un efficace protezione contro l’impatto delle onde, le
            inondazioni e i meccanismi erosivi associati.. Studi specifici con-
            dotti sulla costa sud orientale della Nuova Zelanda, hanno verifi-
            cato che profili dunali vegetati, di sufficiente altezza, continuità e
            differentemente vegetati, offrono condizioni ottimali di protezione
            dal rischio tsunami. In particolare l’azione protettiva risulta più
            efficace per eventi di maremoto con energia da bassa a media e per
            meccanismi di run up sino a 6 metri s.l.m. Come dimostrato dai
            recenti tragici eventi del Giappone (sisma e conseguente tsunami
            dello scorso 11 marzo), l’efficacia difensiva di tali corpi diviene
            meno efficace o del tutto inefficace nel caso di fronti d’onda di
            altezza superiore a 20 metri; sarebbe comunque interessante svi-
            luppare uno studio comparativo sugli effetti dello tsunami giap-
            ponese in relazione alla presenza o meno di apparati dunali. Una
            maggiore vulnerabilità in relazione a tali fenomeni, infine, è sicu-
            ramente riscontrabile per tratti di costa caratterizzati dalla presen-
            za di opere di difesa ed altre strutture artificiali, con apparati duna-
            li interrotti e dal profilo longitudinale della cresta discontinuo.
            Le funzioni fisiche descritte assumono ulteriore rilevanza nello
            scenario collegato al rischio da risalita del livello marino. Molte
            regioni costiere già mostrano gli effetti dell’incremento relativo e
            localizzato del livello del mare. Nell’ultimo secolo il livello mari-


                                                             SILVÆ - Anno VI n. 14 - 97
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