Page 91 - 103-118 LAGOMARSINO, COSTANTINI, PAGLIAI II bozza:orientamento I bozza
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Le dune costiere per l’equilibrio ambientale dei litorali sabbiosi


                  Le azioni fisiche

                  La presenza dei corpi sedimentari dunali costieri è in grado di
                  determinare un complesso di funzioni fisiche strettamente inter-
                  connesse. È opportuno evidenziare come queste siano potenzia-
                  li e sitospecifiche, dipendendo dalle caratteristiche dimensiona-
                  li, dall’assetto geomorfologico e sedimentario che ne ha portato
                  alla formazione e stabilizzazione, dalle condizioni al contorno e
                  dallo stato ambientale del contesto costiero (artificializzazione e
                  impatto antropico).
                  Il deposito costiero costituisce in tal senso una barriera morfolo-
                  gica contro l’ingressione marina e conseguente protezione dall’i-
                  nondazione dei territori costieri, una riserva di sabbia in grado
                  di rialimentare le spiagge durante le fasi erosive, un acquifero
                  d’acqua dolce efficace soprattutto nel contenere i meccanismi di
                  intrusione salina. La barriera morfologica costituita dalle dune
                  costiere protegge anche dall’insalinamento diretto che si genera
                  a seguito dell’allagamento da ondazione dei terreni retro spiag-
                  gia; in tal modo essa integra la funzione idrogeologica svolta
                  dell’acquifero dunale.

                  Riserva di sabbia
                  In condizioni naturali, le dune costiere possono costituire un ser-
                  batoio di sabbia disponibile per alimentare il trasporto litorale e
                  rifornire le spiagge nelle fasi “ordinarie” di erosione. L’entità di
                  tale funzione dipende infatti, oltre che dalle dimensioni e dai
                  caratteri sedimentologici e morfotopografici, soprattutto dal
                  grado di naturalità del deposito eolico poiché una duna antro-
                  pizzata non dispone più della flessibilità e conseguente “capa-
                  cità di adattamento” all’evoluzione dei meccanismi di erosio-
                  ne/deposito a cui sono legati i sistemi geomorfologici spiaggia-
                  duna. In condizioni ordinarie, quando cioè la demolizione pro-
                  dotta dalle mareggiate interessa parzialmente il deposito eolico,
                  l’entità quantitativa del meccanismo risulta tuttavia limitata.
                  Basta considerare che la demolizione parziale di una  foredune
                  dell’altezza di circa 1,5÷2,0 metri comporta la messa in circolo di
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                  una quantità di sabbia dell’ordine dei 2÷3 m per metro lineare
                  di fronte duna (Foto 1). Quando l’azione erosiva investe la por-



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