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Angelo Borghetti, un grande forestale del secolo XX


             suoi predecessori, in particolare il sottoispettore forestale Got-
             tardi, riuscendo a modificare, nel corso di qualche decennio, l’a-
             spetto desolante di quella vallata. Contemporaneamente creò
             posti di lavoro, contribuendo a risollevare le precarie condizioni
             economiche di quelle popolazioni.
             Per lunghi anni, dopo il suo pensionamento ed anche dopo la
             sua morte, la gente della valle di Illasi lo ricorderà per le sue rare
             capacità e per la sua umanità. Qui è bene fare un passo indietro
             per ricordare che la valle di Illasi fu funestata da varie alluvioni
             nel secolo XIX. Le più disastrose furono certamente quella del
             1824, che durò 15 giorni, quando le acque del Progno sconvolse-
             ro la bassa valle, esondando dall’alveo e ricoprendo di ghiaia le
             coltivazioni, e quella più famosa ma non meno funesta del 1882,
             che arrecò gravissimi danni alla città di Verona ma anche alle
             valli prealpine della provincia. II problema della difesa da que-
             sti eventi disastrosi era stato già affrontato, tra gli altri, anche
             dall’ingegner Francesco Cracco che nel 1876 redigeva un proget-
             to di massima dal titolo: “L’imboscamento delle sponde del tor-
             rente Progno”. Nelle premesse il progettista scrive testualmente:
             “Tre erte montagne, che si elevano quasi minacciose al di sopra della
             contrada Giazza, racchiudono due torrenti, denominato di Rivolto
             quello a ponente-settentrione, di Fariselle l’altro a settentrione-levante,
             i quali congiungendosi immediatamente al di sotto del paese danno ori-
             gine al Progno, quivi avente una larghezza non maggiore di metri dieci
             circa, e che occupa la totale larghezza della valle, lambendo così le falde
             delle vicine montagne. Nel vajo Fariselle scorre un rigagnolo d’acqua
             perenne che serve per azionare due mulini da grano esistenti nel pae-
             sello di Giazza; esso vajo non trasporta gran quantità di materia, per-
             ché scorre sempre su di una roccia calcarea dura e compatta. Nel vajo
             Rivolto, al contrario, non vi è perennemente acqua, ma nelle piene
             cagionate da piogge trasporta una quantità considerevole di materia
             ghiaiosa dipendente dallo sfranamento dei monti sovrastanti per effet-
             to di corrosione ed in specialità della montagna detta delle Mollezze, di
             proprietà del comune di Ala costituita totalmente di sabbia e minutis-
             sima ghiaia; a seguito di piogge prolungate”, prosegue il Cracco, “A
             monte di Tregnago, per la velocità dell’acqua torrentizia, il progno pro-
             duce fortissime corrosioni alle campagne coltivate, mentre a valle la
             corrente, perduta la primitiva velocità, deposita il materiale solido tra-


                                                            SILVÆ - Anno VI n. 13 - 223
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