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Le vespe: un caso di sociogiologia culturalmente mediato



                  Risultato inatteso e sorprendente: uno sbalorditivo rovesciamento di
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               prospettiva . “Come può essere?” Si domandarono increduli i ricerca-
               tori. Quale spiegazione per un esito così apertamente in contrasto con
               la convinzione atavica della socievolezza limitata? Ma soprattutto,
               come giustificare scientificamente il bizzarro comportamento delle
               vespe panamensi?
                  Presi in contropiede, i ricercatori cercarono sicuro riparo afferman-
               do che non si sarebbe trattato di vere e proprie popolazioni miste; le
               vespe alloctone sarebbero sì provenute da differenti colonie ma sareb-
               bero state legate alle vespe indigene da vincoli parentali. Del resto, con-
               tinuarono piuttosto tautologicamente i ricercatori, in mancanza di que-
               sto vincolo le vespe indigene avrebbero senza alcun dubbio reagito
               marginalizzando le nuove arrivate, osteggiandone la permanenza al
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               punto da tentarne l’eliminazione fisica .
                  Spiegazioni pleonastiche, poco scientifiche. Quali prove in mano
               agli scienziati per affermare che tra le vespe corressero rapporti di
               parentela? Nessuna evidentemente! E poi, quand’anche provata, l’esi-
               stenza di tali legami sarebbe bastata ad assicurare coesione e integra-
               zione sociale tra coabitanti? Certamente no!
                  Ogni riferimento prassomorfico appare ancor più motivato e chia-
               ro. Mi spiego.
                  Due contestuali convinzioni, entrambe prassomorfiche, avevano -
               più inconsapevolmente che consapevolmente - condizionato, l’opera
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               degli zoologi londinesi. La prima di tipo meccanico , tradizionale e soli-
               da, impartita loro dai professori della generazione precedente e incen-
               trata sulla limitatezza della socialità degli insetti. La seconda di tipo
               organico, convinzione in fieri che non tarda a realizzare il mutamento
               della società vaticinando l’epifania di un ambiente globale multicultura-
               lizzato fondato sulla fluidità delle appartenenze e sul mescolarsi conti-
               nuo delle popolazioni.
                  Bauman è magistrale nello scovarle. Una volta evidenziati, i pregiu-
               dizi culturali vengono consegnati alla gogna pubblica del lettore atten-
               to e disilluso. Questa operazione critica di liberazione consente allo
               sguardo sociologico di ognuno di affrancarsi mutando le prescritte vie



         Anno
               5 Z. Bauman, Le vespe di Panama. Una riflessione fra centro periferia, Ed. Laterza, 2007.
               6 Ibidem.
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               7 (n.d.r.) Viene qui nominalmente ripresa l’originale coppia antinomica durkheimiana: solidarietà
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                 meccanica-solidarietà organica.
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